La vita è un dono di Dio: ma è così davvero.
A VITA E' UN DONO DI DIO.
Da sempre sono stato convinto di questo, grazie agli insegnamenti che mi hanno dato in tal proposito i miei genitori che ringrazio per sempre, ma un fatto accaduto nella scuola primaria di Martinsicuro, dove insegno religione, mi ha dato modo di riflettere su questo tema.
Mercoledì 21 dicembre mi trovavo a fare lezione in 2° A verso le 8.30, quando entra la mia collega di matematica in classe piangendo con questa notizia drammatica: “Maestro e bambini vi devo dare una brutta notizia, stanotte è morto improvvisamente nel sonno il papà di Martina la vostra compagna di classe, preghiamo e stiamo vicino con affetto a Martina e alla sua famiglia”.
Dopo questa notizia c'è stato un rispettoso silenzio e non riuscivo a trovare le parole per continuare la lezione cosa che sarebbe stato normale per qualsiasi insegnante.
Inoltre stavamo riflettendo sulla festa di Natale dove Gesù nasce e dona gioia. Natale che è una festa da vivere in famiglia e mi veniva in mente Martina che invece di associare il Natale alla gioia da questo momento legherà la festa della nascita di Gesù alla morte del padre.
Comunque io ringrazio Dio perché mi ha permesso di vivere questo momento drammatico trovando un senso a questo fatto doloroso, tra i bambini che sono semplici e innocenti e più sensibili ed intelligenti rispetto a noi adulti nel riflettere su questi fatti della vita.
Anche in altre circostanze come in occasione del 2 novembre, Commemorazione dei fedeli defunti, in classe avevamo affrontato il tema della vita e della morte che il mondo vede come tabù da non trattare in particolare di fronte ai bambini, cosa questa assurda e sciocca. Sia allora sia in questa mattina triste del 21 dicembre i bambini che sono più seri di molti noi adulti anche cristiani praticanti, hanno capito che la vita è un dono di Dio che va vissuta in ogni istante amando il Creatore e tutte le persone. Non è importante quanto tempo si vive, ma come si vive anche se poco, il tempo che Dio ci dona di trascorre sulla terra. I bambini hanno compreso, a differenza di molti adulti che pensano e vivono come se non dovessero morire mai, che siamo sulla terra di passaggio e si vive per andare in Paradiso dove lì la vita è eterna perché non finisce mai.
Anche Martina che è un tesoro di bambina sa queste cose, ma quando la prova e il dolore ti coglie in prima persona non è facile accettarle. Martina avrebbe preferito passare un Natale felice insieme alla mamma, al papà e al fratellino. Perché è avvenuto questo, perché Martina assocerà la festa più bella e più cara per un bambino alla morte del padre?
Anche di questo abbiamo parlato in classe ed abbiamo tutti capito che ora Martina e la famiglia soffrono, ma che Dio non ha permesso questo perché è cattivo, ma perché Gesù vuole regalare loro, anche se ora non riescono a comprenderlo, la sua amicizia e la sua fortezza.
Gesù è il nostro compagno di viaggio nella gioia e nel dolore. In questo momento di dolore la presenza di Gesù è più vicina con la preghiera e l'affetto di tutti noi, ma soprattutto con l'Amore del Padre Eterno e Misericordioso. Martina avrà il suo padre terreno come angelo che la proteggerà dal cielo e scoprirà crescendo l'infinita bontà del Padre Celeste. Il tempo e la grazia di Dio cureranno le ferite del dolore e del distacco e tergeranno ogni lacrima.
Questo papà era giovane aveva 42 anni, è morto nel sonno prematuramente.
Affidiamo la sua anima alla misericordia di Dio perché possa andare in Paradiso. Non erano pronti al prematuro distacco i familiari, pensiamo alla sofferenza della povera vedova che ha ritrovato esanime il marito la mattina.
Questo lo ricordo a tutti quelli che, anche cristiani praticanti, dicono con convinzione: “Questa è la morte migliore, morire nel sonno improvvisamente senza soffrire minimamente”.
Questa - scusate - è una frase idiota che mostra tutto l'egoismo della persona.
Non possiamo naturalmente sceglierci la morte che vogliamo, ma per quanto mi riguarda Dio ci scampi e ci preservi dalla morte improvvisa, sia perché la nostra anima potrebbe non essere pronta e non in grazia di Dio, sia perché non ne sono pronti i nostri familiari che soffrono di più.
Se potessi scegliere preferirei sapere che sto per morire per prepararmi e presentarmi in grazia di Dio al suo cospetto, anche se questo comporta soffrire nella malattia. La gente ha paura di soffrire, ma non capisce che le sofferenze fisiche e spirituali purificano la nostra anima, ci abbuona anni di purgatorio e ci fa andare prima in Paradiso.
La vita è un dono di Dio e la morte improvvisa del padre di Martina mi ha fatto capire che devo stare con la valigia sempre pronta e vivere con amore ogni giorno della mia esistenza come se fosse l'ultimo. Mi viene in mente il soldato pronto e addestrato per la battaglia e disposto a dare la vita per la patria. Anch'io come soldato di Cristo con la forza dello Spirito Santo posso affrontare la battaglia della vita pronto al sacrificio per Gesù. In questo modo la mia esistenza avrà senso e sarà ricca di gioia e di gratitudine verso il buon Dio. Per vivere così occorre affidarsi nelle mani di Dio. Sono i bambini che mi stanno insegnando questo perché più di noi adulti sanno cosa significa affidarsi a Dio e ai genitori.
Auguro questo a Martina e alla sua famiglia: di affidare la loro vita sempre a Gesù Cristo vincitore della morte che non delude mai nessuno.
Mario Vagnoni
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