D opo il canto della Passione, e dopo il lamento così commovente che abbiamo appena ascoltato, i nostri cuori si aprono ad accogliere il Signore — trionfante nel suo ingresso a Gerusalemme, sofferente nella sua Passione, morto per la nostra salvezza e sepolto nella tomba nuova scavata nella roccia. Forse, ispirati dalla Passione, siamo più disponibili a sentire la voce del Signore quando dice: " Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua " (Lc 9:23). Sì, vogliamo andare dietro a lui, vogliamo stare con lui – e a causa di questo desiderio, possiamo anche accettare questa esortazione di prendere la propria croce – ma l'accettiamo con trepidazione e con riluttanza. Prendere la propria croce significa portare un peso enorme, e quindi anche se diciamo con le labbra che saremmo disponibili, nel profondo del cuore c'è una grande resistenza. La liturgia odierna, accostando due elementi che sembrano contrari – cioè l