"Alle sei del mattino scendemmo nella chiesa della Crocetta a pregare...Non vi fu tracollo improvviso, né chiara agonia in quelle ultime ore.,.Il babbo, in piedi nel solito angolo, il volto girato verso la parete, ascoltò piangendo come un fanciullo. In quella morte vedeva il crollo della sua vita, di una costruzione lenta e tenacissima...Noi donne, con la disperazione dei vinti, rifiutavamo di rassegnarci, aggrappate alla speranza del siero che a Parigi il corrispondente della <<Stampa>> ricevette in dono dall'Istituto Pasteur...Così lentamente, tormentato dallo straziante salire del dolore, si avviava verso la liberazione finale...Il volto sembrava ammonire sulla sua sorte; un volto affilato, disfatto, sul quale, unico segno di vita, scorrevano grandi e misteriose lacrime di chissà quale significato e poi ancora un ultimo incomprensibile cenno per indicare qualcosa di fronte a lui: forse il grande quadro della Madonna cui i suoi occhi erano costantemente rivo...
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