Dal racconto di Gian Micalessin, Santuario di Santa Tecla, Ma'lula, Siria.

(...) «Se ci trovano qui uccidono anche suore e orfanelle. Usciamo e tentiamo di scendere. Se necessario io e i miei uomini moriremo combattendo. Meglio che sgozzati e decapitati». La madre superiore s'avvicina, ci segna la fronte con la croce, m'infila un'immagine della Madonna nel giubbotto antiproiettile.
(...)
Alì mi abbraccia, mi sfila dal giubbotto la Madonna di madre Najaf. La bacia. «Siamo vivi, giornalista. Lei ci ha protetto».

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