Papa: La gioia della Chiesa in Africa, frutto del seme dei missionari
Benedetto XVI dice grazie per l’esperienza vissuta durante i suo viaggio in Camerun e Angola. Ha apprezzato la gioia e il senso del sacro delle comunità e ha notato la fruttuosità del lavoro dei missionari. Invito ai giovani perché partecipino alla messa per il quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Un ringraziamento a Dio, ma anche alla Chiesa dell’Africa, alla sua gioia, al senso del sacro, e al sacrificio di tanti missionari in quella terra: è il grazie rivolto oggi da Benedetto XVI prima della preghiera dell’Angelus con i pellegrini presenti nella piazza san Pietro. Riservandosi di parlarne in modo più approfondito il prossimo mercoledì, all’udienza generale, il papa ha detto: “Desidero prima di tutto ringraziare Iddio e quanti, in vario modo, hanno collaborato alla buona riuscita del viaggio apostolico che ho potuto compiere in Africa nei giorni scorsi, ed invoco sui semi sparsi in terra africana l’abbondanza delle benedizioni del Cielo”. Il papa spiega che vi sono due elementi che lo hanno impressionato: “Il primo è la gioia visibile nei volti della gente, la gioia di sentirsi parte dell’unica famiglia di Dio”; il secondo è “il forte senso del sacro che si respirava nelle celebrazioni liturgiche, caratteristica questa comune a tutti i popoli africani ed emersa, potrei dire, in ogni momento della mia permanenza tra quelle care popolazioni”.
Riferendosi poi al Vangelo della domenica, che ricorda le parole di Gesù sul chicco di grano che se muore “produce molto frutto” (Gv 12,24), ha spiegato: “Bisogna…che Gesù muoia, come un chicco di grano che Dio Padre ha seminato nel mondo. Solo così infatti potrà germogliare e crescere una nuova umanità, libera dal dominio del peccato e capace di vivere in fraternità, come figli e figlie dell’unico Padre che è nei cieli”. E ha aggiunto: “Nella grande festa della fede vissuta insieme in Africa, abbiamo sperimentato che questa nuova umanità è viva, pur con i suoi limiti umani. Là dove i missionari, come Gesù, hanno dato e continuano a spendere la vita per il Vangelo, si raccolgono frutti abbondanti. A loro desidero rivolgere un particolare pensiero di gratitudine per il bene che fanno. Si tratta di religiose, religiosi, laici e laiche. E’ stato bello per me vedere il frutto del loro amore a Cristo e constatare e la profonda riconoscenza che i cristiani hanno per essi. Rendiamone grazie a Dio, e preghiamo Maria Santissima perché nel mondo intero si diffonda il messaggio della speranza e dell’amore di Cristo”.
Dopo la preghiera mariana il pontefice ha salutato un folto gruppo di africani che vivono a Roma, molti dei quali studenti, guidati da mons. Robert Sarah, segretario della Congregazione per l’Evagelizzazione dei popoli. “Avete voluto – ha detto il pontefice - venire a manifestare gioia e riconoscenza per il mio viaggio apostolico in Africa. Vi ringrazio di cuore. Prego per voi, per le vostre famiglie e per i vostri Paesi di origine. Grazie!”.
Benedetto XVI ha poi invitato a partecipare alla messa che egli celebrerà giovedì 2 aprile, nel quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II. Il papa ha invitato soprattutto i giovani, “per prepararci insieme alla Giornata Mondiale della Gioventù”, che quest’anno che sarà celebrata a livello diocesano nella Domenica delle Palme.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Un ringraziamento a Dio, ma anche alla Chiesa dell’Africa, alla sua gioia, al senso del sacro, e al sacrificio di tanti missionari in quella terra: è il grazie rivolto oggi da Benedetto XVI prima della preghiera dell’Angelus con i pellegrini presenti nella piazza san Pietro. Riservandosi di parlarne in modo più approfondito il prossimo mercoledì, all’udienza generale, il papa ha detto: “Desidero prima di tutto ringraziare Iddio e quanti, in vario modo, hanno collaborato alla buona riuscita del viaggio apostolico che ho potuto compiere in Africa nei giorni scorsi, ed invoco sui semi sparsi in terra africana l’abbondanza delle benedizioni del Cielo”. Il papa spiega che vi sono due elementi che lo hanno impressionato: “Il primo è la gioia visibile nei volti della gente, la gioia di sentirsi parte dell’unica famiglia di Dio”; il secondo è “il forte senso del sacro che si respirava nelle celebrazioni liturgiche, caratteristica questa comune a tutti i popoli africani ed emersa, potrei dire, in ogni momento della mia permanenza tra quelle care popolazioni”.
Riferendosi poi al Vangelo della domenica, che ricorda le parole di Gesù sul chicco di grano che se muore “produce molto frutto” (Gv 12,24), ha spiegato: “Bisogna…che Gesù muoia, come un chicco di grano che Dio Padre ha seminato nel mondo. Solo così infatti potrà germogliare e crescere una nuova umanità, libera dal dominio del peccato e capace di vivere in fraternità, come figli e figlie dell’unico Padre che è nei cieli”. E ha aggiunto: “Nella grande festa della fede vissuta insieme in Africa, abbiamo sperimentato che questa nuova umanità è viva, pur con i suoi limiti umani. Là dove i missionari, come Gesù, hanno dato e continuano a spendere la vita per il Vangelo, si raccolgono frutti abbondanti. A loro desidero rivolgere un particolare pensiero di gratitudine per il bene che fanno. Si tratta di religiose, religiosi, laici e laiche. E’ stato bello per me vedere il frutto del loro amore a Cristo e constatare e la profonda riconoscenza che i cristiani hanno per essi. Rendiamone grazie a Dio, e preghiamo Maria Santissima perché nel mondo intero si diffonda il messaggio della speranza e dell’amore di Cristo”.
Dopo la preghiera mariana il pontefice ha salutato un folto gruppo di africani che vivono a Roma, molti dei quali studenti, guidati da mons. Robert Sarah, segretario della Congregazione per l’Evagelizzazione dei popoli. “Avete voluto – ha detto il pontefice - venire a manifestare gioia e riconoscenza per il mio viaggio apostolico in Africa. Vi ringrazio di cuore. Prego per voi, per le vostre famiglie e per i vostri Paesi di origine. Grazie!”.
Benedetto XVI ha poi invitato a partecipare alla messa che egli celebrerà giovedì 2 aprile, nel quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II. Il papa ha invitato soprattutto i giovani, “per prepararci insieme alla Giornata Mondiale della Gioventù”, che quest’anno che sarà celebrata a livello diocesano nella Domenica delle Palme.
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