Papa: il Natale ortodosso, le violenze di Gaza, i bambini dall’infanzia negata



All’Angelus dell’Epifania Benedetto XVI fa gli auguri alle comunità ortodosse, ringrazia chi aiuta a costruire la pace fra israeliani e palestinesi e chiede la liberazione delle decine di bambini rapiti nel Congo- Kinshasa. La “disarmante mitezza” del Dio dell’amore e l’ostilità del mondo.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Il Natale delle Chiese orientali (che si festeggia domani); i violenti scontri armati nella Striscia di Gaza; i bambini rapiti in Congo sono alcune delle preoccupazioni espresse dal papa all’Angelus di oggi con i fedeli in piazza san Pietro. Prima di salutare le migliaia di pellegrini nelle diverse lingue, Benedetto XVI ha voluto salutare i fratelli e le sorelle delle Chiese orientali (in particolare quella russa), che “seguendo il Calendario Giuliano, celebreranno domani il Santo Natale. La memoria della nascita del Salvatore accenda sempre più nei loro cuori la gioia di essere amati da Dio”.

Il pontefice è poi ritornato sull’amara situazione della Terra Santa che egli segue “con viva apprensione”. “Mentre ribadisco che l’odio e il rifiuto del dialogo non portano che alla guerra - ha detto il papa - vorrei oggi incoraggiare le iniziative e gli sforzi di quanti, avendo a cuore la pace, stanno cercando di aiutare israeliani e palestinesi ad accettare di sedersi attorno ad un tavolo e di parlare. Iddio sostenga l’impegno di questi coraggiosi ‘costruttori di pace’!”.

Egli ha poi dedicato “un pensiero speciale” ai bambini che sono “sono la ricchezza e la benedizione del mondo”, ma ai quali è spesso negata un’infanzia serena. Il pontefice ha voluto porre l’attenzione soprattutto sulle “decine di bambini e ragazzi che, in questi ultimi mesi, compreso il periodo natalizio, nella Provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, sono stati sequestrati da bande armate, che hanno attaccato i villaggi e causato anche numerose vittime e feriti”.

“Faccio appello – ha detto - agli autori di tali disumane brutalità, affinché restituiscano i ragazzi alle loro famiglie e al loro futuro di sicurezza e di sviluppo, a cui hanno diritto insieme a quelle care popolazioni. Manifesto al tempo stesso la mia vicinanza spirituale alle Chiese locali, anch’esse colpite nelle persone e nelle opere, mentre esorto i Pastori e i fedeli ad essere forti e saldi nella speranza”.

Ricordando poi che il 2009 è il 20° anniversario della 2009 Convenzione Onu dei Diritti del Fanciullo, Benedetto XVI ha pregato per “quanti – e sono innumerevoli! – operano quotidianamente al servizio delle nuove generazioni, aiutandole ad essere protagoniste del loro futuro”.

La Giornata dell’Infanzia Missionaria, che si celebra proprio oggi nella festa dell’Epifania, “è opportuna occasione – ha aggiunto il pontefice - per porre in evidenza come i bambini e i ragazzi possano svolgere un ruolo importante nella diffusione del Vangelo e nelle opere di solidarietà verso i loro coetanei più bisognosi. Il Signore li ricompensi!”.

Prima della preghiera mariana, Benedetto XVI si è soffermato sul vangelo della festa di oggi e soprattutto sull’atteggiamento dei Magi, che giungono ad adorare il Re dei Giudei, e quello di Erode e della popolazione di Gerusalemme, che sono “allarmati” dall’annuncio.

“Tocchiamo qui – ha detto il papa - uno dei punti cruciali della teologia della storia: il dramma dell’amore fedele di Dio nella persona di Gesù, che ‘venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto’ (Gv 1,11). Alla luce di tutta la Bibbia, questo atteggiamento di ostilità, o ambiguità, o superficialità sta a rappresentare quello di ogni uomo e del ‘mondo’ – in senso spirituale –, quando si chiude al mistero del vero Dio, il quale ci viene incontro nella disarmante mitezza dell’amore. Gesù, il ‘re dei Giudei’ (cfr Gv 18,37), è il Dio della misericordia e della fedeltà; Egli vuole regnare nell’amore e nella verità e ci chiede di convertirci, di abbandonare le opere malvagie e di percorrere decisamente la via del bene”.

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