23-24 novembre 1924, da una lettera a Marco Beltramo.
23-24 novembre 1924.
A Marco Beltramo
... Preparato così l'appartamento pensammo subito ad inaugurare la cucina e la sala da pranzo e bevemmo un ricco tè ahimé! non più zuccherato dalle parole di Clementina. Dopo incominciammo a cercare di occupare le ore perché dormire era una imprudenza. Pensammo ai tipi loschi assenti, alla contentezza da una parte che le signorine erano al Pian Pacias a riposarsi di una gita in collina degna della D.d:g: (direttrice di gesta) perché altrimenti rimanevano assiderate ma d'altra parte sarebbe stato bello che tutta la società al completo avesse dovuto bivaccare. E così fra pranzi, canti, recite di Dante, lezioni di astronomia e radiotelegrafia, arredamento continuo della nostra casa, passammo 12 ore, dalle 7 e mezza della domenica sera fino alle 8 di lunedì.
La casa, dove il Terrore insieme al cittadino T.L. "Figaro qua, Figaro lì", e il non T.L. Cerutti ha passato una notte bianca magnifica, fu intitolata a san Pece de' Pazzi che in quel momento certamente era l'unica protettrice che si poteva invocare. Abbiamo fatto una fotografia, che se sarà riuscita, ti manderò perché tu veda se ti ho descritto bene la casa dove noi gentilmente siamo stati ospiti".
Non è ancora finita la gioia della conquista che Pier Giorgio ha la trovata di inviare un telegramma a Beltramo, allora allievo all'Accademia Aeronautica di Livorno, con questo testo: "Bessanese inattaccabile. Bivacco all'aperto. Segue lettera. Colpi di cannone. Robespierre".
Si può immaginare quale allarme suscitò tra i militari superiori. Beltramo fu chiamato a rapporto e rischiò di passare una notte anch'egli "al fresco".
Luciana Frassati, La piccozza di Pier Giorgio.
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