Notizie sulla Sacra Sindone

Dal blog di Andrea Tornielli, oggi 12 aprile 2010:

Sul Giornale di oggiriporto la notizia della pubblicazione di uno studio su un'autorevole rivista di statistica italiana, firmato da quattro docenti universitari (tre lavorano in atenei italiani, uno è inglese), nel quale sulla base del metodo della "statistica robusta" viene dimostrato come il campione scelto per la datazione al radiocarbonio che nel 1988 portò a definire la Sindone un manufatto medioevale, non era attendibile. Se infatti si applicano i risultati della datazione del piccolo campione prelevato su tutta l'estensione della superfice sindonica, si ottiene una data che ha una variazione di 20.000 anni nel futuro. «Il nostro studio, basato su calcoli statistici e matematici, dimostra senza alcun dubbio che la datazione del carbonio 14 effettuata nel 1988 sulla Sindone non era attendibile e l'esperimento si sarebbe dovuto ripetere», ha dichiarato al Giornale il professor Giulio Fanti, professore di Misure meccaniche e termiche all'università di Padova. «Qualche fattore esterno, di contaminazione dev'essere intervenuto - spiega ancora Fanti - i dati che pubblichiamo lo dimostrano. Non sappiamo se questa contaminazione sul frammento scelto per la datazione sia stata causata dall'incendio a cui la Sindone è stata sottoposta, o al rammendo eseguito in età posteriore. Ma comunque si conferma la presenza di qualche elemento esterno che ha causato questa notevole variabilità del campione». Vorrei infine ricordare agli amici che mi segnalano alcune simpatiche risposte al mio libro sulla Sindone (Sindone, inchiesta sul mistero - edizioni Gribaudi) presenti sui siti specializzati, che: 1) Le macchie rosse sulla Sindone di Torino sono di sangue, ed è accertato senza alcun dubbio; 2) Le macchie di sangue si sono trasferite sul lenzuolo prima che si formasse la misteriosa immagine; 3) L'immagine - che ha interessato soltanto una parte della superficie delle singole fibrille di lino - e la sua formazione rimangono a tutt'oggi inspiegabili; 4) Tutti i tentativi di riprodurre la Sindone sono falliti: quella che il prof. Garlaschelli ha realizzato, non ha nulla a che vedere con l'originale e lo si capisce anche ad occhio nudo. Inoltre, l'immagine di Garlaschelli è stata formata all'esterno di un lenzuolo che avvolgeva un uomo strofinandolo con dell'ocra, ma l'immagine della Sindone di Torino si è formata dall'interno, cioè dal corpo stesso che vi era avvolto. Inoltre, Garlaschelli ha aggiunto delle macchie di colore rosso riproducendo il sangue a posteriori, sull'immagine umana già visibile, mentre nella Sindone di Torino prima si sono trasferite le macchie e poi l'immagine umana. Non sono particolari di poco conto, non occorre essere scienziati per accorgersene e forse non sarebbe male se i convinti assertori del falso medioevale fossero un po' meno trionfalisti nelle loro affermazioni.


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