Papa: l'uomo cerca meglio Dio con la preghiera che con la ragione.


Il Papa mercoledì ha parlato di San Bernardo di Chiaravalle, santo molto caro a noi Tipi Loschi (sua è la lettura che facciamo il giorno del 1° Novembre in occasione della ricorrenza della nascita della nostra cara Compagnia, è lui che nella Divina Commedia pronuncia il famoso inno-preghiera tanto caro al nostro Pier Giorgio, sua è la preghiera Memorare...). Ecco una sintesi delle parole del Papa, che integralmente trovate qui:


All’udienza generale Benedetto XVI illustra la figura di Bernardo di Chiaravalle, l’ultimo dei padri della Chiesa. Espresse la partecipazione dell’uomo all’amore di Dio, si dedicò in particolare alle figure di Gesù e di Maria e non a caso è colui al quale Dante nel Paradiso affidò la preghiera a Maria. Combatté l’eresia dei Catari e l’antisemitismo.


Città del Vaticano (AsiaNews) – “Anche noi dobbiamo riconoscere che l'uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio con la preghiera che con la discussione”: è l’insegnamento che Benedetto XVI ha tratto, mercoledì 21 Ottobre 2009, dalla vita e dalle opere di San Bernardo di Chiaravalle, “chiamato l’ultimo dei padri della Chiesa”, alla figura del quale ha dedicato il suo discorso per l’udienza generale.

Alle quasi 40mila persone presenti in piazza San Pietro, il Papa ha ricordato la figura del grande monaco per il quale “a volte si pretende di risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull'uomo e sul mondo con le sole forze della ragione”, ma “senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale, e perdono la loro credibilità”.

Nato nel 1090 a Fontaines in Francia da una famiglia “numerosa e discretamente agiata”, Bernardo studiò grammatica, retorica e dialettica e a 20 anni entrò nel convento di Citeaux, “una fondazione monastica nuova, piu agile” rispetto alle esistenti, “ma anche più rigorosa”. “A solo 25 anni potè impegnarsi nella vita monastica” e “guardando alla vita degli altri monasteri chiamò a una vita sobria e misurata nella mensa e negli abiti e racomandando la cura dei poveri”. Nel 1130 avviò “una vasta corrispondenza con molte persone” importanti, ma anche umili. Alle tante lettere debbono aggingersi sermoni, sentenze, trattati. Cominciò anche “a occuparsi di gravi problemi della Santa Sede e della Chiesa”.

Benedetto XVI ha ricordato poi “soprattutto i suoi scritti polemici” e in particolare contro l’eresia dei Catari “che hanno disprezzato la materia e il corpo umano e cosi hanno disprezzato il Creatore”. Difese invece gli ebrei, tanto che un rabbino, Efraim, gli “indirizzò un vibrante omaggio”. “Celeberrimi sono poi i suoi sermoni sul Cantico dei Cantici” e “anche un libro abbastanza particolare per un suo allievo, Bernardo Pignatelli, divenuto papa Eugenio III, su come fare un papa buono, rimane una lettura doverosa per tutti i papi”. Morì nel 1153.

Di Bernardo, il Papa ha sottolineato “due aspetti centrali, che riguardano Gesù Cristo e Maria Santissima sua madre”. Il monaco esprime la “partecipazione del cristiano all’amore di Dio”, non è una “novita teologica, ma configura il teologo al contemplativo e al mistico”. “Viene proprio da qui il titolo di doctor mellifluus, la sua lode a Cristo infatti scorre come il miele”. L'abate di Chiaravalle amava infatti ripetere che “uno solo è il nome che conta, quello di Gesù Nazareno" e “arido è ogni cibo dell'anima, se non è irrorato con questo olio; insipido, se non è condito con questo sale. Quello che scrivi non ha sapore per me, se non vi avrò letto Gesù”.

Per Bernardo “la vera conoscenza di Dio consiste nel’esperienza personale e profonda di Gesù Cristo. La fede è anzitutto incontro personale intimo con Gesù, esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia e del suo amore: solo così si impara ad amarlo e conoscerlo sempre di più: auguriamoci che questo possa avvenire in ciascuno di noi”.

Al tempo stesso Bernardo esalta la “intima partecipazione di Maria all’opera redentrice del Figlio.”In te – scrive tra l’altro -la partecipazione alla Passione del Figlio passò di molto l’intensità e le sofferenze fisiche del martirio”. Sottolinea il “posto privilegiato della Vergine nell’economia della salvezza”. “Non a caso”, ha ricordato Benedetto XVI, Dante “mette sulle labbra del doctor mellifluus la sublime preghiera a Maria: ‘Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, / umile ed alta più che creatura, / termine fisso d'etterno consiglio”.

Al termine dell'udienza, Benedetto XVI ha ricevuto da Aleksandre, Anna, Elad e Magomed, giovani di diverse religioni (due sono ortodosse, uno ebreo e l'altro musulmano) provenienti da Georgia, Federazione Russa e Israele, il documento in 14 punti “Rondine per la pace nel Caucaso”, che mira a una serie di azioni future volte a favorire la pacifica convivenza dei popoli della regione.

Commenti

Post popolari in questo blog

Un articolo sul processo che ha portato al riconoscimento delle virtù eroiche di Pier Giorgio Frassati.

OGGI IL BEATO PIER GIORGIO FRASSATI CONCLUSE LA SUA SCALATA VERSO IL PARADISO!