Il Papa ama l'America
Oggi Papa Benedetto XVI va in America. L'occasione è il 200° anniversario di alcune diocesi statunitensi, ma il Papa compirà quello che Egli stesso ha definito "un viaggio missionario".
Si recherà all'ONU e anche a Ground Zero.
Si recherà all'ONU e anche a Ground Zero.
Abbiamo chiesto al nostro caro amico Riro Maniscalco, da oltre dieci anni al lavoro negli Stati Uniti (per la cronaca, è uno degli organizzatori della bellissima Way of the Cross over Brooklyn Bridge to Ground Zero) di dirci del clima che Papa Benedetto troverà in America.
Ecco il pezzo, e lo ringraziamo di cuore come sempre (gliene ho parlato ieri, ed eccolo pronto!). Leggete con attenzione, è come sempre molto interessante.
Benedetto XVI arriva negli Stati Uniti. Washington e New York, solo due visite. Che cosa si aspetta l'America da questa visita? I media, quelli che contano, dal New York Times a Time, Newsweek al Wall Street Journal, guardano con curiosita' e rispetto a questo Papa che "ama l'America". Si, perche' Benedetto ama l'America, e tutti si aspettano di sentirselo dire e spiegare. Chi non e' contento di sentirsi dire di essere voluto bene? Quello che i media non possono capire e' che cosa sia questo amore, Chi sia questo amore. Cosi son tutti li ad analizzare - anzi, preconizzare - quel che il Papa dirà, a chi lo dirà. Come se si trattasse di un Capo di Stato dal quale si aspettano indicazioni delle nuove linee politiche e strategiche e, chissà, qualche colpo ad effetto, non so, qualche nuovo valore morale, qualche revisione, qualche svolta, qualche cambiamento di rotta sul fronte etico.
Non lo possono capire perche' per capire il Papa occorre capire la natura della fede cristiana. Ma la curiosità è uno strumento buono dell'intelligenza umana, uno strumento che permette di tenere aperta la porta alla categoria della possibilita'. Quale possibilità? Quella possibilità di scoprire più di quel che si conosce già o si pensa di conoscere. E magari, a Dio piacendo, di capire di più di quel che si capisce già. Questa curiosità c'è, vedremo che frutto porta. Senz'altro c'è la curiosità di vedere come andranno le cose. Nessuno si aspetta quelle esplosioni festose che accompagnarono le visite di Giovanni Paolo II. Benedetto XVI è diverso, lo sappiamo, lo sanno anche i media statunitensi, ma come si comporterà? E le folle, ci saranno? Come reagiranno alla sua presenza? In verità queste domande se le pone anche la Chiesa Cattolica. Inizialmente le preoccupazioni sembravano essere le solite che hanno accompagnato e tormentato le Diocesi di tutto il paese tra scandali sessuali e conseguenti disastri economici, preti insoddisfatti, suore che reclamano il sacerdozio come fossero rappresentanti sindacali. Certo, ci saranno anche queste difficoltà lungo il cammino del viaggio pontificio, ma il disagio sembra essere più radicato. Perché troppi anche nella Chiesa Cattolica Americana guardano al Papa come lo guardano i media. Mi sembra davvero che la Chiesa si presenti a questa visita come uno studente che si presenta ad un esame sapendo di non essere preparato, di aver studiato sui libri sbagliati, e teme - a ragione - che il professore lo rimproveri di essere andato fuori tema. Tutti si aspettano di essere rimproverati, pensando di non doverlo essere. Magari con Giovanni Paolo II ci si sarebbe potuti accontentare di non ascoltarlo nascondendosi dietro le adunate oceaniche e la superficiale eccitazione del momento. Ma Benedetto XVI - lo abbiamo detto - è diverso, perché diversi sono i tempi e grazie a Dio lo Spirito guida ancora la Chiesa, non la strategia politico-istituzionale. C'è da pregare, come ha chiesto il Papa, e sperare fiduciosi che ognuno si lasci abbracciare dal Santo Padre che viene tra noi per portarci l'abbraccio incondizionato dell'amore di Gesù.
Non lo possono capire perche' per capire il Papa occorre capire la natura della fede cristiana. Ma la curiosità è uno strumento buono dell'intelligenza umana, uno strumento che permette di tenere aperta la porta alla categoria della possibilita'. Quale possibilità? Quella possibilità di scoprire più di quel che si conosce già o si pensa di conoscere. E magari, a Dio piacendo, di capire di più di quel che si capisce già. Questa curiosità c'è, vedremo che frutto porta. Senz'altro c'è la curiosità di vedere come andranno le cose. Nessuno si aspetta quelle esplosioni festose che accompagnarono le visite di Giovanni Paolo II. Benedetto XVI è diverso, lo sappiamo, lo sanno anche i media statunitensi, ma come si comporterà? E le folle, ci saranno? Come reagiranno alla sua presenza? In verità queste domande se le pone anche la Chiesa Cattolica. Inizialmente le preoccupazioni sembravano essere le solite che hanno accompagnato e tormentato le Diocesi di tutto il paese tra scandali sessuali e conseguenti disastri economici, preti insoddisfatti, suore che reclamano il sacerdozio come fossero rappresentanti sindacali. Certo, ci saranno anche queste difficoltà lungo il cammino del viaggio pontificio, ma il disagio sembra essere più radicato. Perché troppi anche nella Chiesa Cattolica Americana guardano al Papa come lo guardano i media. Mi sembra davvero che la Chiesa si presenti a questa visita come uno studente che si presenta ad un esame sapendo di non essere preparato, di aver studiato sui libri sbagliati, e teme - a ragione - che il professore lo rimproveri di essere andato fuori tema. Tutti si aspettano di essere rimproverati, pensando di non doverlo essere. Magari con Giovanni Paolo II ci si sarebbe potuti accontentare di non ascoltarlo nascondendosi dietro le adunate oceaniche e la superficiale eccitazione del momento. Ma Benedetto XVI - lo abbiamo detto - è diverso, perché diversi sono i tempi e grazie a Dio lo Spirito guida ancora la Chiesa, non la strategia politico-istituzionale. C'è da pregare, come ha chiesto il Papa, e sperare fiduciosi che ognuno si lasci abbracciare dal Santo Padre che viene tra noi per portarci l'abbraccio incondizionato dell'amore di Gesù.
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