Vivere alla Pier Giorgio - "Forse è stato mandato da Gesù!".
Alfredo si trovava in anticamera quando suonò un povero - meglio un operaio - che gli disse essere affamato, senza lavoro ecc. Mio marito lo mandò via perché aveva sentito un puzzo d'alcool nauseante. Pier Giorgio, presente, corse a me piangendo (io ero al telefono): «Mamma, c'è un povero che ha fame e papà non gli ha dato da mangiare!»
Singhiozzava; mi tirava per l'abito. Per calmarlo gli dissi:
«Corri in istrada, fallo venire su, gli daremo da mangiare».
E così fece. Il bambino è contento. Intanto chiediamo il recapito del povero operaio e lo mandiamo via senza dargli del danaro, ma con la promessa a Pier Giorgio che in due ore, prese informazioni, avrebbe avuto un soccorso. Si capisce, recapito falso, uno dei soliti truffatori e fannulloni. 
La mamma racconta l'episodio con una singolare premessa: «L'unico fatterello che io ricordo in cui il mio bellissimo bambino agì sotto l'influenza del Vangelo»; dimostrando così quanto poco avesse approfondito la personalità del figlio. Non si era accorta che suo figlio «viveva» il Vangelo, come stranamente confermò il babbo ricordando la vicenda: Pier Giorgio si disperò e cominciò a gridare: «Forse è stato mandato da Gesù!»
Un altro fatterello che la mamma non avrebbe dovuto dimenticare dando il suo giudizio, è il seguente. Dal balcone di corso Siccardi 55 vedevamo sovente seduto su una panca un poveraccio contornato da molti bambini.
Pier Giorgio non resistette a lungo al triste spettacolo e un giorno, mentre andava a scuola, si fermò - cosa naturalmente proibita - a parlare con quell'uomo, consigliandolo di salire in casa perché «il suo papà gli avrebbe trovato un lavoro».
Questa era la vera chiave del suo animo. Più tardi egli stesso la rivelò: a ogni povero restituiva la visita che tutte le mattine faceva a lui Cristo Sacramentato.
Luciana Frassati, Pier Giorgio Frassati. I giorni della sua vita.

 
Commenti