“Christus natus est nobis. Venite, Adoremus!”
Articolo tratto dal mensile "Vivere... e non vivacchiare"
STORIA DI GENTE VIVA
Il
Natale è l’occasione privilegiata
per ogni uomo di fede di sottolineare e ricordare i valori cristiani più
sentiti. La nascita di Gesù Bambino, nella più totale povertà e umiltà, ha
ridato ad ognuno di noi la possibilità di rinascere e di avvicinarci a Dio, di
riconoscerlo e di ricordarci ogni anno, in modo diverso, del suo sacrificio. La
nascita di Cristo e la preparazione alla Sua venuta, è il momento per
riscoprire la nostra fede.
“Christus natus est nobis.
Venite, Adoremus!”
Il nostro caro Don Bosco ci ha fornito tanti spunti per una buona
preparazione alla venuta di Cristo. La tendenza degli adulti è quella di
pensare che questi consigli possano essere adatti a dei bambini, ma non a noi
più “grandi”. In realtà valgono tanto per i piccoli, quanto per gli adulti.
Anzi, forse valgono ancora di più per questi ultimi.
Quanto è difficile farci scomodare? Quanto ci infastidiamo quando
qualcuno giudica o critica i nostri modi di fare? Siamo talmente cristallizzati
nei nostri comportamenti che non contempliamo di poter fare altrimenti. Ci
sentiamo abbastanza maturi da non poterci permettere di essere corretti,
nemmeno da un amico. Ma l’Avvento è il tempo della preparazione, della
mortificazione dell’orgoglio e dell’esaltazione dell’umiltà.
A questo proposito, abbiamo pensato che la seguente lettura di un
racconto di don Bosco, possa essere un buon augurio di Natale. Sperando che
sproni ognuno di noi ad essere più umili e a prepararci degnamente a questo
giorno così importante.
“Si
racconta che un giorno, un divoto del Bambino Gesù, viaggiando per una foresta
in tempo d'inverno, udì come il gemito di un bambino e inoltratosi nel bosco
verso il luogo donde udiva partire la voce, vide un bellissimo fanciulletto che
piangeva. Mosso a compassione disse: - Povero bambino come mai ti trovi qui,
così abbandonato in questa neve? - Ed il fanciullo rispose: - Ohimè! come posso
non piangere, mentre mi vedi così abbandonato da tutti? Mentre nessuno ha
compassione di me? - Ciò detto disparve. Allora capì quel buon viaggiatore
essere quel bambino Gesù stesso, che si lamentava dell'ingratitudine e della
freddezza degli uomini. Vi ho narrato questo fatto, perchè procuriamo che Gesù
non abbia a lagnarsi anche di noi. Perciò prepariamoci a far bene questa
novena. Al mattino al tempo di Messa vi sarà il canto delle Profezie, poche
parole di predica e poi la benedizione. Due cose io vi consiglio in questi giorni, per passare santamente la
novena.
1- Ricordatevi
sovente di Gesù Bambino, dell'amore che vi porta e delle prove
che vi ha dato del suo amore, fino a morire per voi. Al mattino alzandovi
subito al tocco della campana, sentendo il freddo, ricordatevi di Gesù Bambino
che tremava pel freddo sulla paglia. Lungo il giorno animatevi a studiar bene
la lezione, a far bene il lavoro, a stare attenti nella scuola per amore di
Gesù. Non dimenticate che Gesù avanzava in sapienza, in età e in grazia,
appresso a Dio ed appresso agli uomini. E sovra tutto per amore di Gesù
guardatevi dal cadere in qualsivoglia mancanza che possa disgustarlo.
2. Andate spesso
a trovarlo. Noi invidiamo i pastori che andarono alla capanna
di Betlemme, che lo videro appena nato, che gli baciarono la manina, gli
offersero i loro doni. Fortunati pastori, diciamo noi! Eppure nulla abbiamo da
invidiare, poichè la stessa loro fortuna è pure la nostra. Lo stesso Gesù, che
fu visitato dai pastori nella sua capanna si trova qui nel tabernacolo. L'unica
differenza sta in ciò, che i pastori lo videro cogli occhi del corpo, noi lo
vediamo solo colla fede, e non vi è cosa, che possiamo fargli più grata, che di
andare spesso a visitarlo.
E in qual modo andare a visitarlo? Primieramente colla frequente
Comunione. Nell'Oratorio, in questa novena specialmente, ci fu
sempre un grande impegno, un grande fervore per la Comunione e spero che lo
stesso farete voi in quest'anno. Altro modo poi è di andare qualche volta in
chiesa lungo il giorno, fosse anche per un sol minuto, recitando anche un solo
Gloria Patri.”
Martina Giustozzi
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