Alcune riflessioni utili a comprendere il processo di beatificazione di Pier Giorgio Frassati.

Si parla in questi giorni della ormai possibile canonizzazione del nostro caro beato Pier Giorgio Frassati. Come molti sapranno, il processo con cui si arriva alla dichiarazione dell'eroicità delle virtù e dei miracoli è disciplinato da norme giuridiche ben precise, o meglio è un vero e proprio processo o forse è più corretto dire un complesso di processi. La Causa di beatificazione e canonizzazione riguarda un fedele cattolico che in vita, in morte e dopo morte ha goduto fama di santità o di martirio o di offerta della vita. Per l’inizio di una Causa di beatificazione è quindi sempre necessaria la cosiddetta fama di santità della persona, ovvero l'opinione comune della gente secondo cui la sua vita è stata integra, ricca di virtù cristiane. Questa fama deve durare e può ingrandirsi. 

La canonizzazione è solo l’ultimo gradino di una scala che ne presuppone altri: il candidato, per diventare ufficialmente Santo, deve essere prima Servo di Dio, poi Venerabile, poi Beato.

È servo di Dio il fedele cattolico di cui è iniziata la Causa di beatificazione e canonizzazione. Il postulatore, appositamente nominato, raccoglie documenti e testimonianze che aiutino a ricostruire la vita e la santità del soggetto. La prima fase inizia quindi con l’apertura di una Inchiesta in Diocesi e il candidato viene definito Servo/a di Dio. Obiettivo è quello di verificarne l'eroicità delle virtù, cioè la disposizione abituale a compiere il bene con fermezza, continuità e senza esitazioni. Occorre dimostrare che il candidato ha praticato le virtù a un livello molto elevato, superiore alla media. In altri casi, l’oggetto della verifica riguarda i requisiti del martirio cristiano oppure l’offerta della vita.

Per la ricostruzione si seguono due piste: le testimonianze orali delle persone che hanno conosciuto il Servo di Dio e possono raccontare con precisione fatti, eventi, parole; la raccolta dei documenti e degli scritti riguardanti il Servo di Dio. Se le condizioni preliminari sembrano concordi, il Vescovo può introdurre la causa

Il processo di beatificazione, salvo dispensa papale, non può iniziare prima dei cinque anni dalla morte del candidato. Il Vescovo diocesano nomina un tribunale composto da un suo Delegato, un Promotore di Giustizia (a livello del Dicastero ci sarà poi il Promotore della Fede) e un Notaio Attuario. Una apposita Commissione Storica raccoglie tutti i documenti che riguardano il Servo di Dio e i suoi scritti. Infine due Censori Teologi devono valutare i medesimi scritti, se vi sia qualcosa di contrario alla fede o alla morale. Tutte le informazioni vengono raccolte e poi sigillate nel corso di una sessione di chiusura, presieduta dal Vescovo. 

Terminato questo lavoro, si chiude la fase diocesana dell'Inchiesta e tutto il materiale viene consegnato a Roma al Dicastero delle Cause dei Santi che, tramite un suo Relatore, guiderà il postulatore nella preparazione della Positio, cioè della sintesi delle prove raccolte in Diocesi; è la cosiddetta fase romana del processo. Essa sarà studiata da un gruppo di Consultori Teologi del Dicastero e, nel caso di una “Causa storica” (quella che riguarda un candidato vissuto molto tempo prima e per il quale non vi siano testimoni oculari), anche da una commissione di Consultori Storici del Dicastero. Se questi voti saranno favorevoli (almeno in maggioranza qualificata), la Positio sarà sottoposta a un ulteriore giudizio dei Vescovi e Cardinali Membri del Dicastero.

Se il giudizio di questi ultimi è ugualmente favorevole, il Santo Padre, se lo ritiene opportuno, autorizza la Promulgazione del Decreto sull’eroicità delle virtù, sul martirio del Servo di Dio o sull'offerta della vita, che così diviene Venerabile: gli viene riconosciuto cioè di aver esercitato in grado “eroico” le virtù cristiane (teologali: fede, speranza e carità; cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza; altre: povertà, castità, ubbidienza, umiltà, ecc.), o di aver subìto un vero martirio oppure di aver offerto la vita secondo i requisiti previsti dal Dicastero.

La beatificazione è la tappa intermedia in vista della canonizzazione. Se il candidato viene dichiarato martire, diventa subito Beato, altrimenti è necessario che venga riconosciuto un miracolo, dovuto alla sua intercessione. Questo evento miracoloso in genere è una guarigione ritenuta scientificamente inspiegabile, giudicata tale da una Commissione Medica convocata dal Dicastero delle Cause dei Santi e composta da specialisti, sia credenti sia non credenti. Importante, ai fini del riconoscimento, è che la guarigione sia completa e duratura, in molti casi anche rapida. Nel caso della beatificazione di Frassati si trattò della guarigione di Domenico Sellan dal morbo di Pott (tubercolosi ossea).

Dopo questa approvazione, anche sul miracolo si pronunciano i Vescovi e i Cardinali Membri del Dicastero e il Santo Padre, sempre se lo ritiene opportuno, autorizza il relativo Decreto. Così il Venerabile può essere Beatificato. In seguito a questa proclamazione, il Beato è iscritto nel calendario liturgico della sua Diocesi o della sua famiglia religiosa, nel giorno anniversario della morte o in un giorno che si ritenga particolarmente significativo.

Perché arrivi alla canonizzazione, ossia affinché possa essere dichiarato Santo, si deve attribuire al Beato l’intercessione efficace in un secondo miracolo accaduto dopo la beatificazione.

Come in tutti i processi, anche in questo caso ci sono una sorta di accusa e di difesa. L’avvocato difensore, se vogliamo usare questo termine, è il postulatore, incaricato di dimostrare la santità del candidato. Colui che è incaricato di “fare le pulci” a testimonianze e documenti è invece il Promotore della Fede (comunemente noto come “avvocato del diavolo”). Il primo è nominato da chi ha fatto la proposta di istruire la Causa, il secondo è in servizio presso il Dicastero.


Nel collegamento qui in calce vi è uno scritto del postulatore della causa di beatificazione di Pier Giorgio, padre Paolo Molinari, gesuita (nella foto), che esamina il procedimento che ha portato alla beatificazione di Pier Giorgio, le difficoltà che insorsero e come furono risolte, nonché le problematiche procedurali sia generali che del caso concreto. 

È un documento interessante redatto da un uomo di grandissima esperienza.

Padre Molinari, che è stato anche postulatore della causa di Salvo D'Acquisto, padre George Haydock e altri ottantaquattro martiri inglesi morti tra il 1584 e il 1679, padre Miguel Agustin Pro eroe della Cristiada in Messico, Tommaso Sitjar e altri undici compagni morti durante le persecuzioni comuniste della guerra civile di Spagna (solo per citare alcune delle sue partecipazioni), è morto nel 2019.

https://www.archivaecclesiae.org/ae/files/anno50-52_019.pdf

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