Un estratto dall'ultimo libro di don Primo Soldi su Pier Giorgio
«Ho confessato per tre estati di seguito Pier Giorgio. Me lo ricordo sempre in chiesa quando diceva il Confesso e piegava la testa fino al gradino. Dopo la comunione andava al banco, faceva il suo ringraziamento, tirava fuori il rosario e continua- va a pregare. Aveva una devozione ferrea, tanto che io, sacerdote, gliela invidiavo. Aveva innato il senso della preghiera, come in un altro campo aveva innato quello della poesia. Per ritornare alla confessione ogni due o tre giorni veniva da me e diceva i suoi grandi peccati con semplicità».
«Non ero confessore abituale di Pier Giorgio Frassati, né cre-
do che ne avesse uno fisso, perché ha sempre conservato la sua libertà di spirito e, data la sua attivissima vita e gli spostamenti dovuti alla carriera paterna, andava da tre o quattro sacerdoti che conosceva di più. Ricorderò sempre con commozione che, avendolo incontrato in via Pietro Micca, mi salutò affettuosa- mente dicendomi che andava alla Consolata a fare la santa co- munione e siccome mi incontrava aveva piacere di confessarsi.
Io risposi che eravamo vicini ai Santi Martiri e potevamo an-
dare in chiesa. «No, non c'è bisogno», mi rispose calmo, «mi confessohohuuiu qui per la strada». Si tolse il cappello, mi si avvicinò
con un gran segno di croce e fece la sua confessione. Nel momento di dare l'assoluzione mi sono guardato bene in giro che
nessuno mi vedesse, ed egli contento e felice, mi baciò la mano e se ne andò veloce alla Consolata».
tratto da Primo Soldi, Pier Giorgio Frassati - L'amico degli ultimi, editrice Elledici, Torino 2016
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