Dopo un convegno sull'omofobia a Casale Monferrato ingiustamente e indebitamente interrotto e disturbato i Giuristi per la Vita scrivono ad Alfano - Con preghiera di diffusione
Qui l'originale della pagina di Tempi con la lettera e i video sul grave episodio.
Sono cose che dobbiamo diffondere per amore della nostra libertà.
Ill.mo Sig. Ministro degli Interni Angelino Alfano,
Le scrivo nella mia qualità di Presidente dell'Associazione Giuristi per la Vita, al fine di denunciarLe un grave episodio che ha visto come vittime l'Avv. Giorgio Razeto, esponente della stessa Associazione, ed il Prof. Mauro Ronco, Ordinario di diritto penale presso l'Universi-tà di Padova e docente di diritto penale presso l'Università Europea di Roma, nonché Presiden-te dell'Ordine degli avvocati di Torino dal 2006 al 2010 e componente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 2001 al 2002.
L'Avv. Razeto ed il Prof. Ronco sono stati fatti oggetto di un ignobile, violento e vergo-gnoso attacco da parte di alcuni contestatori durante il convegno svoltosi domenica 22 set-tembre 2013 a Casale Monferrato, dal titolo Gender, omofobia, transfobia: verso l'abolizione dell'uomo?, un'iniziativa organizzata dal Movimento per la vita, Alleanza Cattolica, Comunione e Liberazione, con il patrocinio della Pastorale della Salute e Pastorale Sociale della Diocesi di Casale Monferrato. Si è trattato di una becera gazzarra allestita da attivisti dei movimenti per i diritti dei gay, tra cui il coordinamento Torino Pride LGBT, il collettivo AlterEva e l'associazione Arcigay, come mostrano alcune immagini contenute in un video divulgato sul sito Il Fatto Quotidiano.it: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/09/23/omofobia-collettivi-gay-e-femministi-conto-dibattito-di-cl-e-movimento-per-vita/245645/
Questo ennesimo episodio di violenta intolleranza da parte di esponenti dell'ideologia omosessualista è l'indicatore della grave emergenza democratica che sta vivendo il nostro Paese sul versante delle libertà di pensiero e di credo religioso, garantite e tutelate dagli articoli 21 e 19 della Costituzione.
Non è più tollerabile l'ingiurioso coro di insulti e improperi indirizzati dalla furia ideologica e dal cieco fanatismo delle Erinni omosessualiste nei confronti di chi osa esprimere posizioni diverse. Non è più tollerabile che chi sostiene l'unicità della famiglia eterosessuale, il divieto di adozione di minori per coppie dello stesso sesso, e dà dell'omosessualità un giudizio morale di riprovazione, venga trattato alla stessa stregua dei negazionisti dell'Olocausto, dei sostenitori dell'Apartheid, o dei fiancheggiatori del Ku Klux Klan.
Gli odiosi episodi di aggressione – come l'ultimo denunciato con la presente lettera – rappresentano, in senso culinario, l'amuse-bouche di quello che ci attende nella denegata e malaugurata ipotesi in cui dovesse essere definitivamente approvato al Senato il disegno di legge contro l'omofobia e la transfobia già discusso alla Camera dei Deputati. Non siamo neppure all'antipasto.Da mesi i Giuristi per la Vita continuano a mettere in guardia politici ed opinione pubblica sul fatto che l'attuale pericolosa deriva intollerante della lobby omosessualista stia gravemente minando una delle libertà fondamentali della nostra Costituzione, ovvero la libertà di opinione, pilastro del sistema democratico su cui si fonda la civiltà liberale dell'Occidente.
Per questi motivi i Giuristi per la Vita lanciano un preoccupato appello alle Istituzioni e alle Autorità del nostro Paese, affinché vengano immediatamente adottati tutti i più opportuni provvedimenti per fermare questa inquietante ondata di odio e violenza nei confronti di chi si oppone ad interventi legislativi volti al riconoscimento di una ingiusta ed ingiustificata tutela giuridica privilegiata in ragione dell'orientamento sessuale.
Ci rivolgiamo, in particolare, a Lei, Signor Ministro, giacché è personalmente nota al sottoscritto la Sua sensibilità di cattolico convinto, di autentico liberale, di fine giurista e di politico serio. Ci rivolgiamo a Lei per dire che non si può tollerare che in un Paese civile e democratico – quale il nostro pretende di essere – venga impedita la normale dialettica e il fisiologico confronto su proposte di legge. Non si può tollerare che il solo fatto di mettere in discussione un'ipotesi di intervento normativo in una determinata materia esponga gli oppositori al pubblico ludibrio, alla gogna mediatica, e all'apposizione di marchi infamanti, o peggio ancora – come sempre più spesso accade in questi ultimi tempi – alla violenza verbale e fisica volta a impedire il normale svolgimento di convegni e conferenze.
Il nostro Paese, nella sua storia a volte oscura e drammatica, ha già vissuto momenti bui in cui prepotenza e aggressione hanno prevalso sulla ragione. E merita oggi di essere ricordato l'accorato allarme lanciato da quel grande Papa che fu Pio XI nella lettera enciclica Non Abbiamo Bisogno del 29 giugno 1931, a proposito degli odiosi episodi di violenza e di intolleranza da parte di estremisti fascisti nei confronti degli appartenenti all'Azione Cattolica: «È con dolore indicibile che vedemmo una vera e reale persecuzione scatenarsi in questa Nostra Italia ed in questa Nostra medesima Roma contro quello che la Chiesa ed il suo Capo hanno di più prezioso e più caro in fatto di libertà e diritti, libertà e diritti che sono pure quelli delle anime, e più particolarmente delle anime giovanili, a loro più particolarmente affidate dal divino Creatore e Redentore».
Chi non riflette sul passato, Signor Ministro, è destinato a ripeterne gli errori.
Con deferenti ossequi.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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