Sulla nota vicenda della rappresentazione teatrale blasfema di Milano - bravo, don Gabriele. Bello forte, visti i sapori e gli odori già in circolo...
Pane al pane e – propriamente – sterco allo sterco!
Scenario n. 1: Maometto imbrattato di sterco. Indescrivibile reazione. Poveretti coloro che hanno pensato ed eseguito tale ignobile gesto. Vedranno l'erba «dalle radici»! Scenario n. 2: Napolitano imbrattato allo stesso modo. Disgusto per l'offesa (in termini esatti «vilipendio») alla più alta carica dello Stato. Galera assicurata. Scenario n. 3: stesso trattamento all'immagine di Gesù. Applausi per l'altissima e benemerita opera d'arte postmoderna. Disprezzo per gli oscurantisti / integralisti / fanatici fondamentalisti che non capiscono la libertà di espressione. Per essi accusa, multa, prigione. Ed esclusione da ogni possibile beneficio. State tranquilli. Il primo e il secondo caso non si verificheranno mai, perché, da un lato, i paladini della libertà di espressione (i soliti, quelli finocchi col c…o degli altri) non permetterebbero questo delitto. Lo chiamano rispetto, mascherando viltà e paura (si sa, gli islamici non scherzano facilmente). Dall'altro – dopo gli onori al Re Giorgio, incoronato uomo dell'anno da Wired e Famiglia Cristiana – mica si può essere così incivili da non sapere riconoscere i campioni della libertà. Suvvia, Budapest ed Eluana sono solo inezie di cui un uomo serio non può tenere seriamente conto. Purtroppo quello che abbiamo di fronte è lo scenario n. 3. E qui non conta che la legge punisca il vilipendio di immagini religiose (si sa, poi, che non è vero sterco, forse è crema al cioccolato, non sottilizziamo). Non conta che quando si parla di dialogo, bisogna avere stima dell'interlocutore (che, se non capisce l'arte, non è colpa nostra. E poi, se è così suscettibile, beh, si faccia curare). E se poi osa reagire con fermezza, allora non fa che dare ragione a chi afferma che la religione, ma soprattutto la Chiesa (ovviamente Kattolica), sono solo covi di intolleranza. E se si realizzasse un altro scenario? Se gli uomini liberi, di buon senso, amanti del vero e del bello e della libertà di espressione trovassero il coraggio – dicendo pane al pane e vino al vino – di fare finire quello "spettacolo" nel luogo deputato allo sterco, e cioè la fogna? Di sicuro si respirerebbe un'aria migliore. E forse i nostri giovani troverebbero che aveva ragione Andersen, nella famosa favola I vestiti nuovi dell'imperatore, a dire che i bambini ci libereranno dall'ovvio dei popoli, dicendo pane al pane e – propriamente – sterco allo sterco!
di don Gabriele Mangiarotti, tratto dal sito degli amici di Cultura Cattolica, 8.01.2012
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