Leggete questo bell'articolo di Avvenire sul Sentiero Frassati della Valdaosta e su chi l'ha inventato...

«Traccio sentieri seguendo le orme di Frassati E ho imparato che il caso si chiama Provvidenza»

DA AOSTA FABRIZIO F AVRE

Luciano Bonino, 35 anni, istruttore Cai, nella sua pagina su Facebook (che peraltro non fre­quenta molto) cita una frase di Gandhi: «Noi dobbiamo essere il cam biamento che vogliamo vedere nel mondo». In effetti lui si trova più a suo agio sulle vette che davanti al com puter, e ha scelto un lavoro che gli per mette di fare ciò che è. Lavora per il servizio sentieristica della Regione Autonoma Valle d’Aosta. E si sta spe cializzando in sentieri che, come di ce lui stesso, «possono portare alla scoperta di se stessi». Il 21 giugno è stato inaugurato il sentiero Frassati della Valle d’Aosta a Champoluc, il quindicesimo a livello italiano, merito di un lavoro di rete tra Cai, Comune di Ayas, Regione Valle d’Aosta e Curia vescovile. Per Luciano (e non solo per lui) Piergiorgio Frassati è da sempre un maestro delle cime, di quel­l’andare in montagna con lo sguardo aperto al Mistero di cui tanto avverte la necessità. «Il suo carisma è rimasto vivo e continua ad operare. Piergiorgio tracciava sentieri di vita per chi vuole vivere e non vivacchiare. E lo faceva mettendo la persona al centro della sua vita, soprattutto i più poveri, rinunciando così alle varie carriere che aveva pronte davanti a sé. Il nostro lavoro è tracciare sentieri per salire in montagna, per garantire il lavoro agli agricoltori, ma anche per offrire ai turisti la possibilità di ritemprare spirito e corpo fra le bellezze dei monti. Il Cai accompagna la gente sui sentieri perché ritiene che la montagna sia un’autentica scuola di vita. Riuscire ad unire tutto questo in un unico progetto, credo sia stata davvero una grazia». Bonino ha cominciato ad andare in montagna quando, a 18 anni, sono nate le prime domande sul senso dell’esistenza. «Avevo bisogno di silenzio, di stare con me stesso. E lì ho sentito quella voce che dal fondo del cuore ti parla e che in città viene spesso soffocata da mille preoccupazioni inutili. Di lì la percezione che c’era qualcosa di più: la fede, la Chiesa, il Vangelo. Tutto il resto è arrivato dopo». Del resto le circostanze grazie alle quali è nato il sentiero Frassati hanno un che di provvidenziale. «Un giorno, per caso, ho accompagnato in montagna un gruppo di alpinisti di Genova e per tutta la salita uno di loro mi ha tempestato di domande: 'Sai che varie regioni italiane hanno dedicato un sentiero a Frassati? Voi qui non pensate di farlo? Sai se ci sarebbe la possibilità?'. Alla fine, per sfini­mento, gli ho detto di indicarmi qualcuno a cui chiedere informazioni e, per caso, quel qualcuno è un socio del Cai». Luciano indaga e scopre che 'per caso' la famiglia Frassati in passato soggiornava spesso in Valle d’Aosta e, per caso, proprio alla casa dove Piergiorgio trascorreva le vacanze da piccolo, un suo collega aveva da poco ultimato uno stupendo sentiero ad anello. Ho sempre ammirato la spiritualità legata alla montagna di Pier giorgio e, per caso, nell’altare maggiore della chiesa di Sant’Orso di Aosta, che ogni mattina mi risveglia con i rintocchi delle sue campane, c’è un dipinto (raffigurante Sant’Orso) realizzato da sua madre e donato alla Collegiata. Per caso, per caso. A un certo punto mi sono accorto che in questa storia c’erano davvero troppi per caso. Era la Provvdenza che si rendeva presente».
Luciano Bonino lavora per il servizio di sentieristica della Valle d’Aosta. Colpito dal fascino del giovane alpinista proclamato beato dalla Chiesa: «Il suo carisma continua a operare»

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