Papa: Movimenti ecclesiali, importante novità del Concilio, ancora incompresi
Città del Vaticano (AsiaNews) – “I movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono una delle novità più importanti suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa per l’attuazione del Concilio Vaticano II….Una tale novità attende ancora di essere adeguatamente compresa alla luce del disegno di Dio e della missione della Chiesa negli scenari del nostro tempo”: lo ha detto il papa parlando a 100 vescovi da 53 Paesi del mondo, giunti a Roma su invito del Pontificio Consiglio per i laici.
L’udienza con il pontefice ha concluso il seminario organizzato dal dicastero vaticano “per riflettere e dialogare sulla realtà dei movimenti nella Chiesa”. Il seminario si è svolto dal 15 al 17 maggio a Rocca di Papa (Roma), e ha visto la presenza di molti rappresentanti e fondatori di movimenti e nuove comunità.
Benedetto XVI non ha mai nascosto la sua simpatia verso i movimenti ecclesiali. Anche da cardinale prefetto della Dottrina della fede, nel ’99 aveva partecipato a un altro seminario promosso dal Consiglio per i laici, dove aveva difeso la “coessenzialità” dei movimenti all’elemento istituzionale della Chiesa. Il 3 giugno 2006, da papa, ha voluto radunare otre 100 movimenti ecclesiali in piazza san Pietro, vedendo in essi “il segno luminoso della bellezza di Cristo, e della Chiesa, sua Sposa".
Nel discorso di oggi il papa ricorda con gratitudine “l’imprevista irruzione” a ridosso del Concilio Vaticano II delle “nuove realtà laicali che, in forme varie e sorprendenti, ridonavano vitalità, fede e speranza a tutta la Chiesa”. Grazie ad essi l’appartenenza alla Chiesa veniva vista come un valore e non come un peso; risvegliando “un vigoroso slancio missionario, mosso dal desiderio di comunicare a tutti la preziosa esperienza dell’incontro con Cristo, avvertita e vissuta come la sola risposta adeguata alla profonda sete di verità e di felicità del cuore umano”.
Per integrare la novità di queste esperienze nel tessuto ecclesiale, non sono mancati “numerosi interventi di richiamo e di orientamento da parte dei Pontefici, che hanno avviato un dialogo e una collaborazione sempre più approfonditi a livello di tante Chiese particolari”. In questo modo “sono stati superati non pochi pregiudizi, resistenze e tensioni”. Ora rimane però da assolvere il compito di una “più matura comunione di tutte le componenti ecclesiali, perché tutti i carismi, nel rispetto della loro specificità, possano pienamente e liberamente contribuire all’edificazione dell’unico Corpo di Cristo”.
Partendo dal tema del seminario appena concluso – una frase detta dal papa ai vescovi tedeschi nel 2006, “Andate ai movimenti con tanto amore” - il pontefice ha esortato i pastori ad “andare incontro con molto amore ai movimenti e alle nuove comunità… a conoscere adeguatamente la loro realtà, senza impressioni superficiali o giudizi riduttivi”. Diverse volte il pontefice ripete che “i movimenti ecclesiali e le nuove comunità non sono un problema o un rischio in più, che si assomma alle nostre già gravose incombenze. No! Sono un dono del Signore, una risorsa preziosa per arricchire con i loro carismi tutta la comunità cristiana.... Difficoltà o incomprensioni su questioni particolari non autorizzano alla chiusura”.
Quel che si può temere è un viaggiare su linee parallele, ognuno per conto suo, i vescovi da una parte, i movimenti dall’altra. Ciò sarebbe un impoverimento degli uni e degli altri. Così Benedetto XVI esorta i pastori a “un servizio di discernimento” e di “correzione” sui valori dei movimenti e allo stesso tempo, a resistere “alla tentazione di uniformare ciò che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all’edificazione e alla dilatazione dell’unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell’unità”.
Il papa ricorda che i movimenti, “fieri della loro libertà e della fedeltà al loro carisma”, hanno dimostrato già in passato che “fedeltà e libertà sono assicurate, e non certo limitate, dalla comunione ecclesiale, di cui i Vescovi, uniti al Successore di Pietro, sono ministri, custodi e guide”.
L’udienza con il pontefice ha concluso il seminario organizzato dal dicastero vaticano “per riflettere e dialogare sulla realtà dei movimenti nella Chiesa”. Il seminario si è svolto dal 15 al 17 maggio a Rocca di Papa (Roma), e ha visto la presenza di molti rappresentanti e fondatori di movimenti e nuove comunità.
Benedetto XVI non ha mai nascosto la sua simpatia verso i movimenti ecclesiali. Anche da cardinale prefetto della Dottrina della fede, nel ’99 aveva partecipato a un altro seminario promosso dal Consiglio per i laici, dove aveva difeso la “coessenzialità” dei movimenti all’elemento istituzionale della Chiesa. Il 3 giugno 2006, da papa, ha voluto radunare otre 100 movimenti ecclesiali in piazza san Pietro, vedendo in essi “il segno luminoso della bellezza di Cristo, e della Chiesa, sua Sposa".
Nel discorso di oggi il papa ricorda con gratitudine “l’imprevista irruzione” a ridosso del Concilio Vaticano II delle “nuove realtà laicali che, in forme varie e sorprendenti, ridonavano vitalità, fede e speranza a tutta la Chiesa”. Grazie ad essi l’appartenenza alla Chiesa veniva vista come un valore e non come un peso; risvegliando “un vigoroso slancio missionario, mosso dal desiderio di comunicare a tutti la preziosa esperienza dell’incontro con Cristo, avvertita e vissuta come la sola risposta adeguata alla profonda sete di verità e di felicità del cuore umano”.
Per integrare la novità di queste esperienze nel tessuto ecclesiale, non sono mancati “numerosi interventi di richiamo e di orientamento da parte dei Pontefici, che hanno avviato un dialogo e una collaborazione sempre più approfonditi a livello di tante Chiese particolari”. In questo modo “sono stati superati non pochi pregiudizi, resistenze e tensioni”. Ora rimane però da assolvere il compito di una “più matura comunione di tutte le componenti ecclesiali, perché tutti i carismi, nel rispetto della loro specificità, possano pienamente e liberamente contribuire all’edificazione dell’unico Corpo di Cristo”.
Partendo dal tema del seminario appena concluso – una frase detta dal papa ai vescovi tedeschi nel 2006, “Andate ai movimenti con tanto amore” - il pontefice ha esortato i pastori ad “andare incontro con molto amore ai movimenti e alle nuove comunità… a conoscere adeguatamente la loro realtà, senza impressioni superficiali o giudizi riduttivi”. Diverse volte il pontefice ripete che “i movimenti ecclesiali e le nuove comunità non sono un problema o un rischio in più, che si assomma alle nostre già gravose incombenze. No! Sono un dono del Signore, una risorsa preziosa per arricchire con i loro carismi tutta la comunità cristiana.... Difficoltà o incomprensioni su questioni particolari non autorizzano alla chiusura”.
Quel che si può temere è un viaggiare su linee parallele, ognuno per conto suo, i vescovi da una parte, i movimenti dall’altra. Ciò sarebbe un impoverimento degli uni e degli altri. Così Benedetto XVI esorta i pastori a “un servizio di discernimento” e di “correzione” sui valori dei movimenti e allo stesso tempo, a resistere “alla tentazione di uniformare ciò che lo Spirito Santo ha voluto multiforme per concorrere all’edificazione e alla dilatazione dell’unico Corpo di Cristo, che lo stesso Spirito rende saldo nell’unità”.
Il papa ricorda che i movimenti, “fieri della loro libertà e della fedeltà al loro carisma”, hanno dimostrato già in passato che “fedeltà e libertà sono assicurate, e non certo limitate, dalla comunione ecclesiale, di cui i Vescovi, uniti al Successore di Pietro, sono ministri, custodi e guide”.
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