I Tipi Loschi reduci da Torino!
Eccoli qua, i Tipi Loschi freschi freschi, tornati ieri sera da Torino, dal pellegrinaggio nei luoghi di Pier Giorgio Frassati e dei Santi Torinesi!
Questa foto è presa dal giardino di Casa Frassati a Pollone, una tappa bella e sentita, perché fatta in un luogo denso dei ricordi e delle cose che parlano del nostro caro Pier Giorgio.
E' sempre una grande esperienza quella di vedere i luoghi, i passi , le strade percorse da uomini come noi che hanno amato Gesù nelle circostanze ordinarie della loro vita.
Significa che il cristianesimo è possibile a tutti, l'essenziale è tenere desto il cuore e i suoi desideri insopprimibili. E' possibile anche per noi, tanto che alcuni vivono proprio così, e non hanno nulla di "strano".
Qui sotto una calda testimonianza di "Zio" Mario Vagnoni.
Evviva i Tipi Loschi, evviva Pier Giorgio Frassati!
Anche quest’anno com’è tradizione per la nostra Compagnia dei Tipi Loschi, nel periodo natalizio che va dal 26 al 30 dicembre andiamo a Torino per il campo invernale a fare visita ai nostri cari amici, i Santi Torinesi che ogni volta ci danno un incitamento sempre maggiore a seguire e ad amare nostro Signore Gesù.
Questo è il 14° anno che si va a Torino e il record di presenze spetta a Marco Pellei che beato lui non se n’è perso uno.
Quest’anno non eravamo molti, circa 35 partecipanti, ma siamo stati lo stesso bene.
Ci dispiace per chi non è potuto, ma soprattutto non è voluto venire, comunque non vi preoccupate abbiamo pregato lo stesso per voi.
Certo chi non è voluto venire si è perso un’occasione importante per riascoltare la vita e gli insegnamenti di questi Santi che sono stati esempi e grandi maestri di vita.
Ricordiamo San Giovanni Bosco che ha speso la sua vita per i giovani più poveri di questa città e dopo tanto peregrinare, ( abbiamo ripercorso a piedi tutti gli spostamenti che egli ha compiuto con i suoi ragazzi) alla fine è arrivato a Valdocco dove ha realizzato il suo oratorio definitivo e ha fatto costruire la Chiesa in onore alla Madonna Ausiliatrice che nel primo sogno gli aveva indicato la missione che doveva svolgere: educare i giovani con ragione, religione e amorevolezza e pensare alla salvezza delle loro anime.
Il discepolo prediletto di Don Bosco era San Domenico Savio che un giorno scrisse al suo maestro cosa desiderava avere in dono: “Aiutatemi a diventare Santo”.
Abbiamo anche visitato come ogni anno l’opera di San Giuseppe Cottolengo che si è occupato dei malati e il suo motto era: “La Carità di Cristo è la cosa più importante”. Siamo stati in compagnia di alcune ospiti del Cottolengo e di alcune suore e siamo rimasti colpiti dalla gioia e dal sorriso di queste persone che nonostante le difficoltà e le sofferenze della vita quotidiana sono animate dalla Carità che viene dal Signore Gesù. Siccome la suora che animava l’incontro è venuta a sapere che Laura ed io ci sposavamo ci ha fatto fare la marcia nuziale suonata dal maestro Alessandro Ciucani.
E’ stato bellissimo in tutti i sensi. Siccome alcuni di noi fanno servizio alla casa di riposo "Pelagallo" di Grottammare, ci siamo proposti per quello che possiamo fare di impegnarci ad amare, ad ascoltare e a dare importanza agli anziani della "Pelagallo" sull’esempio delle Suore Cottolenghine.
Un’altra grande figura è stato San Giuseppe Cafasso che accompagnava i condannati a morte al supplizio e dava loro il sostegno spirituale per la salvezza delle loro anime.
Impressionante è la figura del Beato Francesco Faa di Bruno, scienziato, soldato e poi sacerdote che ha speso la sua vita e la sua intelligenza per gli ultimi in particolare le donne di servizio dando loro una casa e ponendole sotto la protezione di Santa Zita. Poi Sacerdote ha fondato le suore Minime di Nostra Signora del Suffragio che dovevano pregare soprattutto per le Anime del Purgatorio.
Egli ha realizzato oltre alla chiesa anche una grande torre alta 75 m e ciò è -a detta degli esperti ingegneri- un geniale esempio di opera architettonica. Tutti eravamo pronti a salire sulla torre dopo la visita guidata della suora, grande fu la nostra delusione soprattutto quella di Marco Pellei , quando la religiosa ci disse che non si poteva andare in cima.
Di questo beato Faa di Bruno è rimasto ancora intatto il cervello, cosa impossibile perché è ciò che si decompone prima, ma il Signore ha voluto preservare questa sua parte del corpo per far capire che l’intelligenza era il dono più grande che aveva ricevuto ed il Beato lo aveva messo a disposizione di tutti.
Il suo programma era: “Pregare, agire, soffrire”.
Poi abbiamo visitato i luoghi del nostro amico beato Pier Giorgio Frassati e sulla sua tomba conservata nel duomo di Torino abbiamo pregato per tutti i nostri parenti, amici e malati che ci hanno chiesto una preghiera. Siamo stati anche al santuario della Madonna di Oròpa che Pier Giorgio, quando stava nella sua residenza estiva di Pollone, raggiungeva ogni mattina presto a piedi o a cavallo per andarci a messa. Prima di visitare la casa di Pollone leggiamo sempre gli ultimi giorni della sua vita e mi colpisce come, nonostante la sua vita generosa e retta, si preoccupava di piacere sempre a Dio non volendolo offendere con il peccato. Egli si voleva preparare ogni giorno che passa alla morte che non era la fine di tutto, ma l’incontro con Gesù. Egli voleva vivere bene ogni istante della sua vita per non sciuparlo perché tutto è dono di Dio. Con questo voglio concludere questa mia testimonianza.
Il campo di Torino per me è una ricarica spirituale enorme e se fossi rimasto a casa certamente avrei perso un’occasione importante, incontrare Gesù nostro Salvatore attraverso l’esempio di questi nostri amici, i Santi Torinesi.
Un consiglio per chi è rimasto a casa per diversi motivi e parlo anche per me perché potrei cadere nella stessa tentazione. Uno potrebbe dire: “Ma che ci vado a fare a Torino, visitiamo sempre gli stessi posti?”. Se ci fosse Gesù a rispondere a questa domanda direbbe: “Caro fratello, i posti sono gli stessi, ma sei tu che sei diverso rispetto ad un anno fa, stai vivendo situazioni ed esperienze nuove. Non ti far imbrogliare dal demonio che ti vuole togliere la gioia e il gusto di vivere in maniera diversa, non perdere l’occasione che ti do di realizzare un’esistenza più piena e significativa che già i tuoi amici, i Santi Torinesi, hanno percorso. Anche tu puoi seguire questa strada difficoltosa, ma che poi dà grande gioia adesso, ma la darà pienamente in Paradiso e questa strada è la Santità, iniziata con il Battesimo, ma che va sempre alimentata con la vita che un giorno ti diedi morendo sulla croce e oggi continuo a dartela con i Sacramenti. La vita che ti ho dato è una e irripetibile, vivila pienamente e non vivacchiare come dice il tuo amico Pier Giorgio Frassati che già sta qui con me in Paradiso. Imitalo e sarai anche tu beato per sempre”.
Questo è l’augurio che faccio a me e a tutti i Tipi Loschi per quest’anno 2008 e per sempre.
Mario Vagnoni
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