Sorretti da comun destino, incontro con Nando Sanvito raccontato da una di noi.


Domenica 16 giugno, il Centro Educativo "La Contea" ha aperto i suoi cancelli a tantissimi giovani sportivi in occasione del XIX Gagliarda's day, organizzato dalla Società Sportiva Dilettantistica, la Polisportiva Gagliarda.

Ospite ormai fisso, perché grande amico e formidabile giornalista, Nando Sanvito, che ha presentato una serie di eventi e storie sportive in cui è stato coinvolto professionalmente e che gli hanno insegnato qualcosa di profondo per la vita. Una selezione delle stesse storie presentate a migliaia di persone anche molto diverse fra loro, avendo sempre gli stessi positivi riscontri, anche fra quelle non interessate allo sport. La forza di un linguaggio elementare, quello delle immagini, unito alla grandezza e alla drammaticità delle vicende umane che, se lette con sguardo attento, ci insegnano la bellezza dell'avventura del vivere.

"Di fronte alla realtà", spiega Nando, "ci possiamo stare in due modi: o pensando che se la realtà non corrisponde esattamente a quello che abbiamo in testa è qualcosa di cui diffidare, da guardare con sospetto oppure, riconoscendo che la realtà è sempre più grande di noi e che è la grande educatrice con la E maiuscola, anche quando apparentemente sembra essere contro di noi. Nel primo caso saremo, di volta in volta delusi, incattiviti, cinici, persino violenti, comunque arrabbiati con la vita.

Nell'altro caso, come i protagonisti di queste storie, aperti e umili, sapendo che la realtà è sempre sorprendente, fonte di novità e quindi di gratitudine".

 

Il 16 giugno, dopo cena, abbiamo avuto occasione di nutrire i cuori con le storie di alcune sportivi raccontate dal bravo giornalista, Nando Sanvito. La prima storia che ci ha sottoposto è stata quella di una coppia di campioni di pattinaggio artistico. Alle olimpiadi invernali del 2022 si esibiscono in un esercizio che potrebbe consegnare loro l'oro olimpico, ma a causa di una goffa caduta vincono solo quella di bronzo e si ritirano dall'agonismo. Diventano, successivamente, vittime del pressing di chi li voleva di nuovo in gara a Torino. Cedono e riprendono a gareggiare, ma commettono un errore proprio a sei secondi dalla fine dell'esibizione e chiuderanno la loro carriera al sesto posto. L'ultimo sguardo che si scambiano a fine gara esprime tutta la delusione. Questo ha aiutato i due atleti a fare i conti con il loro limite e a capire che c'è bisogno di una relazione per restare in piedi nonostante le sconfitte.

La seconda storia riguarda le olimpiadi di tiro a segno di Atene. Al comando c'è un americano Emmons che fa l'ultimo tiro perfetto e pensa di vincere l'oro, ma il tiro non viene registrato. Inizialmente pensa ad un errore tecnico, ma poi si accorge di aver preso un altro bersaglio e arriva ultimo. In compenso conoscerà attraverso un'intervista la donna della sua vita.

Anche la terza storia raccontata riguarda sempre una relazione che va anche oltre gli ostacoli politici. Siamo negli anni '70 del secolo scorso, un'atleta ceca socialista si innamora di un americano, si sposano e il governo la lascia andare negli Usa. In seguito decidono di non farle più rappresentare la squadra ceca, affermando che fosse stata lei stessa a ritirarsi. Così, gareggerà per l'America e vincerà nel lancio del disco, ma nei quattro giochi successivi non salirà più sul podio. Questa è la storia di una relazione che comporta provocazione nella società corrotta.

La quarta storia è in un certo senso assurda perché riguarda un nuotatore che non si sarebbe mai immaginato di diventare famoso. In Guinea equatoriale alla vigilia di Sidney 2000 viene detto che sarà disputata la gara di nuoto. L'organizzazione fa un appello per trovare chi deve gareggiare. Si presenta un certo Eric Mussambani, ma ne sa nuotare, ne conosce le regole, tanto che quando deve gareggiare gli vengono forniti tuta e occhialini che non aveva mai visto in tutta la sua vita. Vince la sua categoria grazie alla squalificazione dei suoi due rivali. La sua storia viene raccontata dai più celebri telegiornali, portandolo in questo modo a diventare sempre più famoso e alla conoscenza del suo paese fino ad allora sconosciuto.

Si è passati poi al basket parlando di un allenatore Marco Calamai che ha deciso di abbandonare la serie A per allenare un gruppo di disabili. Ha dimostrato che il basket è uno sport che costringe a relazionarsi, il gruppo stimola e difende. Usa quindi il basket come metafora della vita.

Contemporaneamente in America c'è un altro allenatore che allena una squadra con un solo giocatore disabile, Johnson, che però non fa giocare mai. L'ultima partita su pressione dei compagni Johnson giocherà gli ultimi tre minuti e farà 20 punti e persino Bush vorrà incontrarlo.

L'incontro si è concluso poi con due storie molto commoventi: la prima riguarda un ragazzino fuggito di casa il cui padre aveva fatto vista alla squadra dell'inter di cui era tifoso per fare un appello. In particolare aveva contattato il calciatore Adani che alla fine della partita segna facendo pareggiare la squadra e portandola ai rigori che saranno seguiti da 14 milioni di spettatori tra cui Francesco il ragazzino scomparso, che si fa identificare e torna a casa con il padre. L'ultima storia si svolge in un paesino piccolo africano, lo Zambia. Dopo aver battuto l'Italia per 4-0 nell'88, nel '94 la squadra prende l'aereo per andare in Dakar a giocare la coppa d'Africa. Ma a causa di un incidente muoiono su quell'aereo 30 persone tra cui 18 erano i giocatori, l'unico sopravvissuto il capitano che non c'era perché li avrebbe raggiunti più tardi. Il capitano anni dopo diventa presidente della feder calcio d'Africa e porterà i suoi atleti a fare un omaggio sulla spiaggia dell'incidente. La prima gara in Dakar è quella che non si è potuta disputare. Lo Zambia vincerà e porterà a casa anche la finale contro la Costa d'Avorio che finirà ai rigori, 18 per l'esattezza, come le vittime di quell'incidente.

Tutte storie belle, commoventi, che fanno riflettere, ma quello che più mi colpisce è che si parla dell'importanza delle relazioni senza le quali l'uomo non si completa e senza cui non è in grado di vivere. Alla fine si comprende bene che a volte le cose non accadono per caso, ma per un Destino più grande a cui non è possibile non credere quando accadono fatti come quelli raccontati.

Michela Vitaletti

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