Lettere di Pier Giorgio Frassati


In questo articolo sono riportati alcuni passi delle lettere che per Giorgio scrisse ai suoi più cari amici, con i quali fondò la compagnia dei tipi loschi il 18 maggio 1924 durante una gita al Pian della Mussa. Come ci ricordava da un primo soldi nell'incontro del 11 settembre 1995 con le stesse parole di Pier Giorgio, la nascita dei teppisti non prende per improvvisa ispirazione ma già il 7 giugno 1921 si teneva di si tentava di comporre dei gruppi con questa finalità, camminare sempre nelle vie che il Signore ci ha tracciato sia nella vita privata che nella pubblica, cooperando il cammino che la grande famiglia degli uomini va penosamente facendo nel corso dei secoli, la promessa che il Divino Maestro nascente ha fatto agli uomini "pax in terra Omnibus bone volontatis". Al di là delle belle gite in montagna e delle giornate trascorse allegramente Pier Giorgio aveva ben chiaro che il legame che stringeva questo gruppo ristretto di amici era prima di tutto il patto della reciproca preghiera, quel patto che "non conosce confini terreni né limiti temporali" e che rende possibile la sola vera amicizia, la sola unione che dura per sempre, anche quando le circostanze della vita portano gli amici a separazioni e allontanamenti. In questa compagnia ognuno riceve un soprannome adatto al proprio carattere: Pier Giorgio è Robespierre per la sua incorruttibilità, Marco beltramo viene chiamato Peron, Franz Massetti (il suo nome intero era Francesco Vittorio, ma Pier Giorgio lo chiamava Franz), che si sistemava la cravatta a Pier Giorgio quando questi arrivava sempre di corsa in università, viene chiamato Petronio per la sua eleganza; le ragazze poi secondo il ruolo che ricoprono nella compagnia sono conosciute come "la Presidentessa", Clementina Luotto, "la Segretaria", Laura Hidalgo e "la Direttrice di gita" Ernestina Bonelli. Tra di loro si chiamano "cittadino" e "cittadina", oppure "lestofante" e "lestofantesca" e la regola fondamentale di questa società è di avvisare ogni Tipo Losco assente dell'attività della compagnia attraverso le lettere che prendono il nome di proclami. 

"...Bene avete detto che resterà sempre un vincolo e indissolubile che ci unirà per sempre e questo vincolo noi riteniamo che sia la Fede quella che ci ha fatti compagni di belle gite e ha fatto sì che fosse fondata su granitica base la nostra società appunto ed è questo l'unico conforto che noi proviamo nel dolore di doverci di staccare da voi se non avessimo questa speranza come potremmo ancora vivere quando vediamo che ogni Gioia umana reca un dolore e quasi ogni dolore umano Rega una gioia.. su questa base dobbiamo operal cementare sempre più la nostra società, spetta a noi si arduo compito, noi ti abbiamo l'onere di aver saputo indovinare il desiderio dell'alesto fantesca vuoto poi diventata presidentessa, espresso con parole che ci emozionarono talmente sì da cadere come corpo morto cade."
(A Marco Beltramo, Forte dei marmi, agosto 1924)

"Quando penso alla nostra società destinata a spezzarsi miseramente come tutte le cose di questa terra, massale un senso di rincrescimento, addio Bell le gite di montagna, senza peyrol che farà Robespierre? Rimane però un legame che speriamo con la grazia di Dio leghi su questa terra e sull'altra tutti i tipi loschi in: questo sacro vincolo è la fede unico potente vincolo unica base sicura senza di essa nulla si può intraprendere. E questa Fede che abbiamo ricevuto nel Santo battesimo e che ci ha fatti compagni di belle gita Alpine speriamo ci accompagnerà fino all'ultimo giorno del nostro viaggio e serva come legame per mezzo della preghiera a cementare spiritualmente tutti i tipi loschi sparsi per lorde terreno."
(A Laura Hidalgo, Forte dei Marmi, 11 agosto 1924)

"Ed ora o cittadino peroll noi con l'anima in preda alla viva commozione, provata alla vista dei superbi spettacoli offertici dalla natura vi mandiamo oltre al già menzionato colpo di cannone il programma premessocy che prende nome dalla grandiosa maestà della grivola. Partimmo ieri sera alle 20:30 per il rifugio Vittorio Sella con l'ottima guida cavagnette ed il portatore Marcello cavagnette; la strada fu divorata e ne andammo con il pensiero alla gita della ciamarella e specialmente ai lestofanti e lestofante esche ahimè forzatamente assenti punto a rompere la monotonia della strada che da Cogne sale al rifugio, mancavano le allegre risate dei tipi loschi, a rendere più bella e paesaggio, illuminato dalla luna."
(A Marco beltramo, Cogne, 13 settembre 1924)

"Sappi però, o cittadino Petronio, che il terrore sezione della compagnia particolarmente dedita agli scherzi non si trovasse in così cattive acque per la prossima lontananza di uno dei suoi più bravi e fedeli soci fondatori Peron non solo tutte le artiglierie sparerebbero a salve ma tutte le musiche intonerebbero l'inno della Vittoria. Non sei fosse tu il cittadino che sei stato presente alla costituzione della nostra società il 18 maggio passato in quella memoranda gida al Pian della Mussa? Ebbene ad ogni tipo losco il quale scrupolosamente sta al motto della società pochi ma buoni come maccheroni sono riservati simili onori per ora sono tuffato nelle turbine e appena a Torino ne avrò dubbi correrò a casa tua, perché dopo un simile voto tu sei certamente maestro in macchine termiche."
(A Franz massetti, pollone, 28 ottobre 1924)

"Sono andato col pensiero alle liete giornate passate insieme alle gite di montagna, unico conforto in tanti lieti Ed insieme tristi pensieri e la certezza che l'unico vincolo,virgola che non conosce distanze ci unisce e spero con la grazia di Dio ci unirà sempre punto esso è la fede i comuni ideali che tu potrai sostenere nella tua carriera coi mezzi che la vita militare ti darà ed io procurerò con l'aiuto di Dio difendere e sostenere nella mia vita futura di uomo."
(A Marco beltramo Torino 4 novembre 1924)

"Terribile constatazione che mi tormenta il cervello quando io studio ogni tanto mi domando: continuerò io a cercare di seguire la via buona? Avrò io la fortuna di perseverare fino in fondo? In questo tremendo cozzo di dubbi, la Fede datami dal battesimo mi suggerisce con voce sicura: "da te non farai nulla ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione allora sì arriverai fino alla fine". Ed appunto ciò che vorrei fare poteva prendere come massima il detto di santagostino: Signore il nostro cuore non è in pace finché non riposa in te punto purtroppo ad una ad una Lea amicizie del rene producono al nostro cuore e dolori per l'allontanamento di coloro che amiamo, ma io vorrei che giurassimo un patto che non conosce confini terreni né limiti temporali: l'unione nella preghiera."
(A Isidoro Bonini, Torino, 15 gennaio 1925)

"La pace sia nel tuo animo Ecco l'augurio che era besterra porge a Peron per l'anno Santo ogni altro dono che si possegga in questa vita è vanità come Vani sono tutte le cose del mondo bello e vivere in quanto al di là della nostra vera vita altrimenti chi potrebbe portare il peso di questa vita se non vi fosse un premio delle sofferenze, un gaudio eterno."
(A Marco Beltramo, Torino, 15 gennaio 1925)

"Avrei voluto correre alla stazione per poter essere il primo a salutarti, ma il non sapere l'ora del tuo arrivo mi costrinse a scrivere questo programma affinché quando tu varcherà la soglia della tua camera abbia il benvenuto terroristico appunto ti pregherei di telefonare domenica sera verso le 19:00 per poter fissare un appuntamento per poterci parlare. Saluti o cittadino colpi di cannone..."
(A Franz Massetti, Torino, febbraio 1925)

"Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere perché anche attraverso ogni disillusione dobbiamo ricordarci che siamo gli unici che possediamo la verità, abbiamo una fede da sostenere una speranza da raggiungere: la nostra vera patria. E perciò bando ad ogni malinconia che vi può essere solo quando si perde la fede."
(A Isidoro Bonini, Torino, 27 febbraio 1925)

"Alla Gentile signorina Laura aidalgo questo libro, perché San Paolo sia a lei guida e maestro nel pellegrinaggio terreno, offre con Cristiano animo in Gesù Cristo Pier Giorgio Frassati."
Pasqua 1925

"Preghiere, che veramente sono l'attenzione migliore di amicizia perché è squisita carità cristiana il pregare per chi ha bisogno."
(A Clementina Luotto, Torino, 23 aprile 1925)

"Venerdì 8 maggio darò l'esame e quindi ti prego di ricordarmi delle tue preghiere come pure ti prego di pregare per la mamma di clementina, perché solo le preghiere possono ottenere da Dio il miglioramento desiderato."
(A Marco Beltramo, Torino, cinque maggio 1925)

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