Diario dalla quarantena di Cristina...

Credo che un po’ tutti noi ci siamo ritrovati immersi in questo periodo particolare senza rendercene conto, almeno per me è stato così. Giorno dopo giorno, ho poi acquisito consapevolezza di ciò che ci stava accadendo. Una situazione paradossale si tramutava in realtà sotto i nostri occhi impotenti. Ci siamo ritrovati tutti riuniti contemporaneamente sotto lo stesso tetto, cercando di venire incontro ciascuno alle esigenze dell’altro. Io in primis ho tenuto conto delle esigenze delle mie bimbe e, naturalmente, anche del mio lavoro. Che non è un lavoro tra tanti, ma delicato e difficile perché ha a che fare con le persone che più abbisognano di cura e attenzione: i bambini e i ragazzi.
Penso a come spendere al meglio il tempo che mi si offre, o meglio, che mi viene regalato in ogni istante. Nelle mie giornate il tempo vola davvero: stando sempre in casa con le mie due figlie, devo dividermi tra loro, i ragazzi della scuola Chesterton e le ragazze del doposcuola (che continuo a seguire grazie alla tecnologia!) e le faccende di casa, per lo meno nelle circostanze impellenti.
Desidero prendere il buono e il bello che la vita mi dà, anche in questo periodo di quarantena. Penso che posso fare la volontà di Dio anche in questo “casino” costante! Magari gioco con mia figlia piccola e nel frattempo tengo il telefono in mano per spiegare Aristotele al secondo superiore, mentre sono al computer con il quinto liceo le bimbe si arrotolano alle tende e quasi le staccano, mentre aiuto l’altra mia figlia nel lavoro scolastico (facendo la prima elementare, va seguita passo passo) carico i compiti sulla piattaforma “Classroom”! Però, faccio tutto questo perché voglio bene a tutti loro e prego Dio che mi dia la forza fisica e spirituale di dare il meglio di me, perché io da sola sono nulla e soltanto Lui può aiutarmi.
Spero davvero di tornare presto a rivedere tutti dal vivo e che il Signore mi doni occhi nuovi e un cuore puro per godere appieno di ciò che la vita mi riserva!
Cristina Pavone, insegnate di Filosofia al Liceo G. K. Chesterton, tipa losca.

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