Papa: Pregate per le vocazioni e per il mio viaggio in Terra Santa



Nella Giornata mondiale per le vocazioni, Benedetto chiede di pregare per i chiamati al sacerdozio, ma anche per “sposi santi, capaci di indicare ai figli, soprattutto con l’esempio, gli orizzonti alti a cui tendere con la loro libertà”. Il viaggio in Terra Santa (dall’8 al 15 maggio) per “incoraggiare i cristiani” immersi in “non poche difficoltà” e promuovere la pace e la giustizia “nel rispetto reciproco”. Un saluto e una preghiera ai messicani vittime dell'epidemia di influenza suina.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Alla riflessione prima della preghiera pasquale del Regina Caeli, Benedetto XVI ha chiesto preghiere per le vocazioni sacerdotali e anche per il suo imminente viaggio in Terra Santa (Giordania, Israele, Territori palestinesi). Di ritorno - con un breve ritardo - dalla messa celebrata nella basilica di san Pietro, dove egli ha ordinato 19 nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma, il pontefice ha detto: “Sia personalmente che in comunità dobbiamo pregare molto per le vocazioni, perché la grandezza e la bellezza dell’amore di Dio attiri tanti a seguire Cristo sulla via del sacerdozio e in quella della vita consacrata”. “Occorre anche pregare – ha aggiunto - perché ci siano altrettanti sposi santi, capaci di indicare ai figli, soprattutto con l’esempio, gli orizzonti alti a cui tendere con la loro libertà”.

L’appello del papa alle vocazioni avviene nella domenica IV di Pasqua, detta “del Buon Pastore” (dal vangelo della domenica), in cui per tradizione il pontefice ordina dei nuovi sacerdoti, mentre si celebra il tutto il mondo la Giornata di preghiera per le vocazioni.

Benedetto XVI ha poi invitato i fedeli a pregare per il suo viaggio in Terra Santa (8-15 maggio), dove egli si reca come “pellegrino”, “sulle orme dei miei venerati predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II”.

“Con la mia visita – ha spiegato il papa - mi propongo di confermare e di incoraggiare i cristiani di Terra Santa, che devono affrontare quotidianamente non poche difficoltà. Quale successore dell’apostolo Pietro, farò loro sentire la vicinanza e il sostegno di tutto il corpo della Chiesa. Inoltre, mi farò pellegrino di pace, nel nome dell’unico Dio che è Padre di tutti. Testimonierò l’impegno della Chiesa Cattolica in favore di quanti si sforzano di praticare il dialogo e la riconciliazione, per giungere ad una pace stabile e duratura nella giustizia e nel rispetto reciproco. Infine, questo viaggio non potrà non avere una notevole importanza ecumenica e inter-religiosa. Gerusalemme è, da questo punto di vista, la città-simbolo per eccellenza: là Cristo è morto per riunire tutti i figli di Dio dispersi (cfr Gv 11,52)”.

Dopo la preghiera mariana, il pontefice ha salutato in diverse lingue i circa 50 mila pellegrini presenti nella piazza san Pietro. In lingua spagnola egli ha assicurato la preghiera a tutti i messicani vittime dell'influenza suina e ha esortato la popolazione a mantenersi fermi nel Signore. A tutti ha augurato un mese di maggio "in spirituale compagnia di Maria Santissima". Il mese di maggio, per tradizione, è dedicato alla devozione alla Madonna.

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