Un saggio di Marco Sermarini sulle scuole parentali apparso su Lisander, rivista dell'Istituto Bruno Leoni e di Tempi.
Il saggio di Paolo Terenzi fotografa in maniera sintetica ed efficace lo stato attuale del sistema scolastico italiano. Ritengo, comunque, che occorra individuare il cuore della questione, e cioè il ruolo del tutto marginale della famiglia nel sistema scolastico. Essa non ne è per nulla protagonista, ma viene concepita come mero soggetto utente di servizi visti alla stessa stregua dei trasporti o delle comunicazioni o della difesa, quando invece l’educazione è il cuore di ciò che nei secoli ha reso l’Italia ciò che è: in termini di bellezza, intelligenza, inventiva, creatività. Questa è una posizione ideologica corollario dell’idea di stato che purtroppo continuiamo a sostenere, più o meno coscientemente.
L’altro grande problema del sistema scolastico (come pure di quello universitario) italiano è il valore degli studi: esso dipende graniticamente dallo Stato, dunque l’unico rimedio è l’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Se esso verrà meno (e per conseguenza tutto l’apparato burocratico che lo regge e che da esso trae giustificazione), il sistema si trasformerà rapidamente e in tal modo si dovrà attuare la nuova allocazione delle risorse del bilancio dello stato che lo sostengono. Tutto questo, ancor prima di riproporre le ultradecennali, sterili discussioni e le infruttuose trattative sulla questione degli “oneri per lo stato” e sulla sua interpretazione, o su voucher (rimedio pragmaticamente efficace ma che non intacca minimamente il principio che giustifica il sistema per come è) o quel che si vuole.

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