Gloria in profundis

  Articolo tratto dal mensile "Vivere... e non vivacchiare"


Gloria in profundis

Sulla terra è caduto come un pegno,

Dio troppo grande pel cielo.

Da ogni cosa esplodendo Egli ha infranto
I confini dell’ eterno:
e nel tempo e terra ultima
come un ladro o un amante si è smarrito,
che il vino del mondo è già traboccato,
versato ormai sulla sabbia.
 
Chi sarà fiero se i cieli sono umili,
salirà se i monti cadono,
le stelle fisse slittano
e un diluvio d’amore tutto sommerge.
Chi mai potrà a corona aspirare
Chiamar diritto sua voglia
Col flusso astrale lottare
Se in basso discende tutto che è bene?
 
Poiché temendo una tale caduta
Gli angeli caduti caddero
scalando invertiti in arroganza,
d’Inferno il monte pendente:
però insondabile ad astra e scandaglio
troppo profonda da scorgere,
maggior di caduta umana,
è la suprema caduta di Dio.
 
Che al Signore sia Gloria nel più basso
Getto in piena delle stelle
Laddove il tuono pensa di esser lento
E il lampo si teme tardo:
Cercando una gemma persa
noi la seguiamo, cacciamo e staniamo
e la stella cadente l’ha trovata
nella caverna a Betlemme.

 


Cari lettori,

in questo Santo Natale 2024 ho voluto affidare a Chesterton e a questo componimento il mio pensiero natalizio. Ebbene l’autore, per raccontarci del Natale ci parla di una caduta, un’immagine insolita per descrivere la notte più luminosa di tutti i tempi. Ci parla di un pegno troppo grande per restare nell’alto dei cieli, così grande e prorompente da scendere sulla terra e infrangere i confini dell’ eterno. Ed ecco che irrompe nelle nostre vite Gesù, un piccolo bambino che al contempo è Dio e nonostante questo si aggira per la terra come un ladro o un amante smarrito. E qui come un dardo infuocato arriva la provocazione di Chesterton: chi sarà fiero se i cieli sono umili, salirà se i monti cadono, le stelle fisse slittano e un diluvio d’ amore tutto sommerge. In altre parole se è lo stesso Gesù, Dio in persona che viene tra noi perché aspiriamo a salire? Nel suo modo fantasioso, originale e deciso Chesterton ci richiama ai fioretti e all’umiltà. Ci invita a comprendere pienamente il vero senso del Natale cioè Gesù, che scende nei nostri cuori per redimerci. Se solo fossimo davvero coscienti di questo non saremmo offuscati da banalità e tristezze!  Il mio augurio non può essere altro che questo: che al Signore sia Gloria nel più basso, nel basso delle nostre giornate sempre uguali, della nostra monotonia, dei nostri problemi e delle nostre difficoltà. La gemma più bella di tutto il cielo è scesa per noi, non perdiamo occasione di aprire il nostro cuore.

Francesca Sermarini




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