Ecco l'esito delle prime votazioni sulla legge contro l'omofobia - "Omofobia, il governo manda Scalfarotto" - di Gianfranco Amato da La Nuova Bussola Quotidiana

E' cominciato in anticipo il dibattito in Commissione Giustizia del Senato sugli emendamenti al disegno di legge Scalfarotto in tema di omofobia. La decisione di anticipare i tempi ha creato le prime scintille. Il senatore Carlo Giovanardi, infatti, ha esordito contestando tale decisione, in quanto nella riunione dell'Ufficio di Presidenza per la programmazione dei lavori si era convenuto di destinare alla votazione di tali proposte la seduta già convocata per mercoledì, 9 aprile. Lo stesso Giovanardi, poi, pur apprezzando la presenza del sottosegretario Scalfarotto, ha lamentato l'assenza di un sottosegretario o Viceministro che potesse esprimere l'orientamento del Dicastero della giustizia, ed ha, infine, precisato di essere consapevole che il provvedimento in esame non deve e non può essere considerato solo dalla prospettiva delle implicazioni di politica giudiziaria, giacché esso implica questioni di particolare rilievo, che sempre si pongono quando si tenta di introdurre reati di opinione nel sistema della repressione penale. Si è, poi, passati alla votazione delle proposte emendative, riferite all'articolo 1 del disegno di legge, sulle quali erano già stati espressi i pareri da parte del relatore e del rappresentante del Governo. Quest'ultimo, in particolare, ha ribadito di rimettersi alla Commissione su tutte le proposte emendative. Ed ecco il resoconto della seduta:
"Per dichiarazione di voto sull'emendamento 1.1 prende la parola il senatore Giovanardi, il quale rileva a nome del proprio Gruppo che l'emendamento  è volto a introdurre definizioni di omofobia e transfobia tanto vaghe da rendere  quanto mai evidente l'inopportunità di proseguire nell'esame di un disegno di legge che, se approvato, si risolverebbe nell'introduzione di una tutela penale rafforzata e particolarmente odiosa contro l'espressione di alcuni orientamenti di pensiero. Dal momento che l'emendamento 1.1 svolge l'implicita funzione di porre in piena luce le contraddizioni insite del disegno di legge nel suo complesso, lo stesso senatore Giovanardi  annuncia il proprio orientamento contrario. Verificata la presenza del numero legale, l'emendamento 1.1 è posto in votazione e risulta non approvato. 
Sulle identiche proposte emendative 1.2, 1.3 e 1.4 interviene in dichiarazione di voto la senatrice leghista Erika Stefani la quale chiarisce che l'intento di sopprimere l'articolo 1 del disegno di legge rende manifesto l'orientamento del suo Gruppo, contrario alla scelta di fondo di rafforzare la tutela penale contro le mere espressioni di orientamento del pensiero, anche se queste si risolvono in contenuti non condivisibili o finiscono per favorire la propalazione di messaggi omofobi o transfobici. Aggiunge, poi, che il ricorso alle modifiche della legge n. 654 del 1975 non possono incontrare il favore della sua parte politica che anche in altre occasioni  ha manifestato la propria contrarietà contro l'impianto generale delle cosiddette leggi Reale e Mancino. Gli identici emendamenti 1.2, 1.3 e 1.4, in seguito ad un'unica votazione, risultano respinti.
Sull'emendamento 1.5 interviene il senatore Giovanardi dichiarando il proprio voto favorevole, ma chiedendo di apporre una correzione al testo della proposta emendativa, sopprimendo il riferimento contenuto nelle lettere a), b) e  c) agli orientamenti pedofili; si tratta infatti di un errore di formulazione che, tuttavia, non sottrae valore all'emendamento volto a migliorare e rendere più coerente la disciplina di tutela della legge Mancino e della legge Reale come risultanti dall'estensione della tutela penale contro la transfobia e l'omofobia. Anche in questo caso, lo stesso senatore Giovanardi rileva che  il disegno di legge così come formulato nel testo proveniente dalla Camera dei deputati presenta incongruenze logiche e determina paradossali effetti discriminatori a rovescio che sono il tipico effetto dell'introduzione, non sufficientemente meditata, di nuovi delitti di opinione solo sulla base di passeggeri e amplificati allarmi sociali. 
Per dichiarazione di voto interviene il senatore Ciro Falanga di Forza Italia, il quale annuncia il suo orientamento contrario sulla proposta emendativa della quale non può condividere la formulazione incerta che potrebbe condurre ad esiti applicativi discordi e non prevedibili. L'emendamento 1.5 (testo 2), come riformulato dal proponente, non è approvato.
Per dichiarazioni di voto sugli emendamenti 1.6 e 1.8, interviene il senatore Sergio Lo Giudice del PD, che oltre ad annunciare il proprio orientamento contrario ne stigmatizza la formulazione, laddove si parla di orientamenti pedofili, il che implica o un grave errore di formulazione o un'imperdonabile tolleranza di condotte penalmente sanzionate. Sugli  emendamenti 1.6, 1.7 e 1.8 interviene il senatore Giovanardi  per dichiarare che il proprio Gruppo intende, con tali proposte di modifica, porre rimedio alle particolari distorsioni applicative che deriverebbero dall'entrata in vigore dell'articolo 1 del disegno di legge così come approvato dalla Camera dei deputati. In particolare, annuncia di voler ritirare l'emendamento 1.8 e dichiara di ritirare la propria sottoscrizione all'emendamento 1.7, sulla cui votazione annuncia di volersi astenere.  Infine, precisa che in nessun caso il testo delle proposte emendative da lui sottoscritte può essere interpretato come tolleranza verso condotte criminali e riprovevoli che ricadono sotto il reato di pedofilia.
La senatrice Laura Bianconi (NCD) interviene per dichiarare il voto favorevole del proprio Gruppo sull'emendamento 1.7, del quale dichiara l'intento di porre rimedio alla particolare incongruenza dell'articolo 1 del disegno di legge, inserendo dei riferimenti alla concreta offensività delle condotte che si intende punire. La stessa senatrice non manca di ribadire, tuttavia, che il disegno di legge nel suo complesso rimane viziato dall'adesione a orientamenti ideologici massimalistici e a una non condivisibile propensione al proliferare delle norme incriminatrici dell'espressione del pensiero. 
Con riguardo all'emendamento 1.7 il senatore Giacomo Caliendo di Forza Italia annuncia il proprio orientamento di astensione, giacché esso sortirebbe l'incongruo effetto di amplificare eccessivamente la qualificazione da parte dei giudici di condotte sfuggenti e non è conforme in alcun modo ai principi di tassatività e determinatezza alle fattispecie penali. Posto in votazione l'emendamento 1.6, esso risulta respinto. Del pari non è approvato l'emendamento 1.7, mentre l'emendamento 1.8 è ritirato. 
Sugli emendamenti 1.9, 1.10 e 1.11 intervengono in dichiarazione di voto la senatrice Erika Stefani della Lega Nord, che ne chiarisce la portata volta ad introdurre un sistema di circostanze aggravanti specifiche piuttosto che a prevedere autonome fattispecie di reato, e il senatore Giovanardi che annuncia l'astensione del proprio Gruppo. Gli emendamenti 1.9, 1.10 e 1.11, posti separatamente in votazione, non sono approvati.
Previa dichiarazione di voto del senatore Giovanardi in senso favorevole agli emendamenti, vengono poste in votazione le proposte emendative 1.12 e 1.13 che sono entrambe respinte. Sull'emendamento 1.14 interviene il senatore Lucio Malan di Forza Italia che dichiara il proprio orientamento favorevole sul testo della proposta; questa tende a punire la condotta di chi esplicitamente istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi etnici, nazionali, religiosi o di discriminazione basata sul sesso. Si tratta, secondo Malan, di una proposta capace di meglio calibrare la condotta incriminata e di far uscire il testo dell'articolo 1 del disegno di legge dall'orbita dei reati di opinione, peraltro di dubbia compatibilità con l'articolo 21 della Costituzione.
Previa dichiarazione di voto favorevole del senatore Giovanardi, l'emendamento 1.14, posto ai voti, non è approvato. Con riguardo all'emendamento 1.15, il senatore Giovanardi annuncia di voler sopprimere la lettera a) prevista nel testo della proposta emendativa e dichiara il proprio voto favorevole sul testo così riformulato; è sua opinione che questo intervento normativo sarebbe in grado di ridurre il danno recato dal provvedimento in esame evitando di prevedere l'incriminazione di condotte ambigue e indefinibili quale l'incitamento alla discriminazione. Posto ai voti l'emendamento 1.15 (testo 2) risulta respinto. Il presidente Nitto Francesco Palma di Forza Italia riformula l'emendamento a sua firma 1.25. Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato".

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