Papa Benedetto - La lezione di san Bonaventura: «Fede amica dell’intelligenza»

E' singolare e molto bello che Avvenire usi come titolo per descrivere l'intervento di Benedetto XVI a Bagnoregio parte del titolo della nostra festa di Pier Giorgio Frassati dello scorso anno...

Da Avvenire

GIANNI CARDINALE

Il giovane Joseph Ratzinger nei lontani anni Cinquanta studiò la teologia di san Bonaventura per la tesi che, seppure in modo sofferto, nel 1957 gli avrebbe spalancato le porte di una importante carriera accademica. Domenica pomeriggio il professore diventato Papa ha visitato il paese natio di quel dottore della Chie sa che fu oggetto dei suoi interessi scientifici. E Bagnoregio si è mostrata grata e riconoscente per quella che sembra essere la prima visita di un successore di Pietro in questo borgo dell’alto Lazio. Ma prima di recarsi a Bagnoregio Be­nedetto XVI ha terminato la parte viterbese del la sua visita pastorale con la visita al Santuario della Madonna della Quercia, alle porte del ca poluogo, per venerare la sacra immagine di quel­la che è la patrona della diocesi. E in questo luo go caro a tutti i viterbesi ha incontrato le mo­nache di clausura degli undici monasteri della diocesi. Dopo un breve saluto Benedetto XVI ha recitato una intensa preghiera alla Vergine in cui si chiede di mantenere «salda l’unità delle no- stre famiglie oggi tanto minacciate da ogni par te » e di incoraggiare «chi lavora per costruire un mondo migliore, dove trionfi la giustizia e regni la fraternità».
Con in volo in elicottero di una manciata di minuti il Papa ha quindi raggiunto Bagnoregio e si è subito recato nella concattedrale di San Nicola per venerare il Santo Braccio, l’unica reliquia rimasta di san Bonaventura, il cui corpo –che era stato sepolto a Lione dove era morto nel 1274 mentre partecipava al Concilio – venne brucia to dagli ugonotti nel 1562. Nella piazza Sant’Agostino – che fu oggetto della tesi di dottorato del giovane Ratzinger – si svolge l’incontro festoso con la cittadinanza. Parlano il vescovo Lorenzo Chiarinelli, che rievoca la storia dei rapporti tra il giovane teologo Ratzin ger e la figura di San Bonaventura. «Oggi – dice Chiarinelli – quel giovane teologo è Benedetto XVI ed è qui ad incontrare 'la vita di Bonaventu ra da Bagnoregio' (cfr Dante, Paradiso, XII, 127 129, ndr) e a farci partecipi della gioia di quel primo incontro, come a toccare le radici che hanno sostenuto Bonaventura 'nei grandi offici' (cfr sempre Dante, ndr ) e dalle quali è germogliato un messaggio di filosofo, di teologo, di france­scano, antico e sempre nuovo, messaggio di sapienza, concentrato su Cristo, centro e cuore del l’universo, senso e compimento della storia». E parla il sindaco Francesco Bigiotti, che rievoca anche la figura di un altro bagnorese omonimo del doctor Seraphicus e cioè Bonaventura Tecchi, il germanista che nel 1952 fondò il Centro Studi Bonaventuriani. Alla fine prende la parola il Pa pa, che offre a tutti un rapido, ma profondo pro filo dell’illustre concittadino, «cercatore di Dio» e «cantore del creato». È l’ultimo atto di una vi sita pastorale che ha coinvolto la mente, il cuo re e i ricordi di quel giovane teologo che oggi siede sul Soglio di Pietro.

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