La Valle d’Aosta sul «sentiero» del beato Frassati

Ispirata alla passione del giovane testimone per la montagna, l’iniziativa ha già toccato altre quattordici regioni della Penisola

DA AOSTA FABRIZIO FAVRE - Avvenire di oggi 24 Giugno 2009

Anche la Valle d’Aosta ha il suo «Sentiero Frassati». L’iniziativa che il Club alpino italiano ha lanciato nel 1996 con il motto «per incontrare Dio nel creato», a distanza di alcuni anni dalla beatificazione di Pier Giorgio Frassati da parte di Giovanni Paolo II (20 maggio 1990), ha toccato domenica scorsa in Val d’Ayas, la sua quindicesima regione. Il giovane piemontese (1901 1925), portato agli onori degli altari nel 1990, infatti oltre che all’Azione Cattolica era anche iscritto al Cai e non nascondeva la sua passione per le vette.
Frassati amava la montagna e la sentiva come una cosa grande, un mezzo di elevazione dello spirito, una palestra dove si tempra l’anima e il corpo. «Ogni giorno m’innamoro sempre più delle montagne – scriveva ad un amico – e vorrei, se i miei studi me lo permettessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la grandezza del Creatore». Ma la montagna per Pier Giorgio non era soltanto contemplazione come ha ricor­dato il vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, nell’omelia della celebrazione eucaristica che la mattina di domenica 21 giugno al termine del percorso ha reso ancora più solenne l’inaugurazione del sentiero, alla presenza di numerose autorità regionali. Con il presule, a concelebrare, l’assistente nazionale di Azione Cattolica, il vescovo di Palestrina monsignor Domenico Sigalini, presente in Valle d’Aosta con tu to il Consiglio nazionale di Ac guidato dal presidente Franco Miano. «Pier Giorgio – ha detto Anfossi – ci insegna il rispetto per la montagna nella sua durezza: non dobbiamo abbassare le vette per arrivare in cima senza fatica, non dobbiamo neppure trasformare la montagna in una palestra da praticare qui da noi come se fossimo in una delle grandi città della pia nura. Dobbiamo soprattutto mantenere nell’educazione dei giovani tutta la normale fatica della vita, compresa quella che si fa camminando».
Il nuovo sentiero sorge ad Ayas, in frazione Saint-Jacques. Una scelta non casuale: lasciato l’abitato di Saint-Jacques si sale su una comoda mulattiera fino a raggiungere la località Fiéry (1.875 m), dove sorge l’ex «Albergo Bellevue» che veniva abitualmente frequentato dalla famiglia Frassati. Inoltre in questa zona transitano alcuni fra i più importanti percorsi di trekking della Valle d’Aosta come l’Alta Via n. 1 e il Tour del Monte Rosa. Il sentiero (accessibile a qualsiasi escursionista) sale per un primo tratto piuttosto ripido in direzione colle Cime Bianche fino nei pressi dell’alpe Vardaz (2.334 metri) scendendo poi sulla destra nell’incantevole pianoro di Cères. Attraversato quest’ultimo, il percorso prosegue verso Pian di Véraz. Dai piedi dei colossi del Monte Rosa un comodo sentiero a mezza costa conduce in località Résy, panoramica terrazza naturale, dove sono situati i rifugi Ferraro e Guide Frachey. Giunti a questo punto si riprende la discesa verso Saint Jacques durante la quale, fra im ponenti larici, si incontra un cippo commemorativo dedicato a Frassati.
Sono davvero tanti i simboli religiosi che si incontrano lungo il cammino a testimoniare la lunga tradizione religiosa che da sempre caratterizza queste vie di montagna. Il sentiero Frassati della Valle d’Aosta si aggiunge a quelli già realizzati in Campania, Piemonte, Calabria, Sicilia, Toscana, Marche, Veneto, Molise, Abruzzo, Li guria, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Basilicata, Lom bardia. In occasione del Giubileo del 2000 inoltre a Pollone, nel Biellese, è stato intitolato a Frassati un sentiero «internazionale» che unisce il paese dove il giovane andava in vacanza, alla Muanda, nei pressi del Santuario di Oropa e che si conclude con un altare all’aperto. Alla realizzazione e collocazione dei cartelli lungo il percorso hanno collaborato 150 giovani francesi ospitati dalla diocesi di Biella, in prepa­razione alla Gmg.

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