Cina - Sequestrato dalla polizia mons. Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo di Zhengding



di Bernardo Cervellera

È stato portato via dalla sua casa da 5 poliziotti. Da settimane era sotto controllo 24 ore su 24 per proibirgli di incontrarsi con il vescovo ufficiale, con il quale si era riconciliato su indicazione del Vaticano. Un colpo alla strategia di unificazione della Chiesa cinese lanciata dalla Santa Sede, mentre in Vaticano prosegue l’incontro della Commissione plenaria sulla Chiesa in Cina. Mons. Jia Zhiguo ha subito anche la derisione della polizia.


Roma (AsiaNews) – Mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo di Zhengding (Hebei) è stato sequestrato ieri dalla polizia e portato in un luogo sconosciuto. Il sequestro avviene in concomitanza con l’incontro in Vaticano della Commissione plenaria sulla Chiesa in Cina.

Ieri pomeriggio alle 16 (ora locale), 5 poliziotti e due auto si sono presentati nella casa del vescovo e lo hanno prelevato per una località sconosciuta. Mons. Jia, 74 anni, soffre di vari disturbi a causa delle carcerazioni passate e per la sua età e i fedeli della diocesi sono preoccupati che questo nuovo sequestro possa metterlo in pericolo di vita.

Da anni mons. Jia subisce sequestri e isolamenti da parte della polizia, che lo tengono lontano per mesi dalla sua comunità. Durante questi periodi la polizia cerca di indottrinarlo sulla politica religiosa del Partito e lo spinge ad aderire all’Associazione patriottica (Ap).

Questa volta i motivi sono ancora più gravi e colpiscono al cuore i tentativi del Vaticano nel voler riconciliare Chiesa ufficiale e sotterranea dell’Hebei, la regione a massima concentrazione di cattolici.

Mesi fa mons. Jang Taoran, vescovo di Shijiazhuang (Hebei), la diocesi della Chiesa ufficiale della zona, si è riconciliato con la Santa Sede, ed ha accettato – su indicazione del Vaticano - di collaborare con il vescovo Jia Zhiguo, divenendo suo vescovo ausiliare. Mons. Jia diverrebbe invece il vescovo ordinario della diocesi, pur rimanendo della Chiesa sotterranea e non riconosciuto dal governo.

I due vescovi si sono incontrati spesso e hanno cominciato a costruire un piano pastorale comune. Ma non appena l’Associazione patriottica ha scoperto questi segni di riconciliazione, ha obbligato i due vescovi a non più incontrarsi e li ha messi sotto custodia della polizia 24 ore su 24. Secondo alcuni fedeli locali, la polizia ha detto a mons. Jia Zhiguo che “questa unità [fra i due vescovi – ndr] è cattiva perché è voluta da una potenza straniera come il Vaticano. Se unità ci deve essere, deve avvenire attraverso il governo e l’Ap”. Data la resistenza di mons. Jia a sottoscrivere l’adesione all’Ap, la polizia si è messa a irridere il vescovo, dicendo che il governo metterà un altro vescovo al suo posto e che per lui “è tempo di andare in pensione, dato che è malato”.

L’incontro della Commissione vaticana sulla Chiesa in Cina, che dura fino a domani, doveva affrontare proprio le tematiche dell’accettazione della Lettera del papa ai cattolici cinesi, pubblicata nel giugno 2007. In essa Benedetto XVI aveva esortato Chiesa ufficiale e Chiesa sotterranea a far crescere la riconciliazione e aveva definito “incompatibili” con la fede cattolica gli ideali e la struttura dell’Associazione patriottica, che mira a costruire una Chiesa nazionale, indipendente dalla Santa Sede.

Sulla situazione attuale di persecuzione della Chiesa in Cina cfr anche: AsiaNews.it, 30/03/2009 In Cina è persecuzione. Incontro in Vaticano .

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