Eluana Englaro - Il missionario padre Aldo Trento restituisce l'onorificienza al presidente della Repubblica.

da Il Foglio di oggi 10 febbraio 2009
Don Aldo Trento restituisce l'onorificenza a Napolitano: bravissimo, padre Aldo!!!

Aldo Trento è dal 1989 uno dei più noti missionari della Fraternità San Carlo Borromeo in Paraguay. Ha sessantadue anni ed è responsabile di una clinica per malati terminali di Asunción. Il 2 giugno scorso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli aveva conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà. Ieri Trento ha restituito l’onorificenza a Napolitano a causa della mancata firma del decreto che avrebbe arrestato il protocollo medico per Eluana Englaro. “Come posso io, cittadino italiano, ricevere simile onore quando Lei, con il suo intervento, permette la morte di Eluana, a nome della Repubblica italiana?”. “Ho più di un caso come Eluana Englaro”, racconta Aldo Trento al Foglio. “Penso al piccolo Victor, un bambino in coma, che stringe i pugni, l’unica cosa che facciamo è dargli da mangiare con la sonda. Di fronte a queste situazioni come posso reagire al caso Eluana? Ieri mi portano una ragazza nuda, una prostituta, in coma, scaricata davanti a un ospedale, si chiama Patrizia, ha diciannove anni, l’abbiamo lavata e pulita. E ieri ha iniziato a muovere gli occhi. Celeste ha undici anni, soffre di una leucemia gravissima, non era mai stata curata, me l’hanno portata soltanto per seppellirla. Oggi Celeste cammina. E sorride. Ho portato al cimitero più di seicento di questi malati. Come si può accettare una simile operazione come quella su Eluana? Cristina è una bambina abbandonata in una discarica, è cieca, sorda, trema quando la bacio, vive con una sondina come Eluana. Non reagisce, trema e basta, ma pian piano recupera le facoltà. Sono padrino di decine di questi malati. Non mi interessa la loro pelle putrefatta. Vedesse i miei medici con quale umiltà li curano”. Don Aldo Trento dice di provare un “dolore immenso” per la storia di Eluana Englaro. “E’ come se mi dicessero: ‘Ora ti prendiamo i tuoi figli malati’. Il caso di Udine ha sconvolto tutti, medici e infermieri. L’uomo non si può ridurre a questione chimica. Come può il presidente della Repubblica offrirmi una stella alla solidarietà nel mondo? Così ho preso la stella e l’ho portata all’ambasciata italiana del Paraguay. Qui il razionalismo crolla lasciando spazio al nichilismo. Ci dicono che una donna ancora in vita sarebbe praticamente già morta. Ma allora è assurdo anche il cimitero e il culto dell’immortalità che anima la nostra civiltà”.

Eluana Englaro - Parla il parroco della Quiete: Si è tornati all’antica barbarie

da Il Foglio di oggi 10 Febbraio 2009

Don Cristiano Cavedon e gli ultimi giorni di Eluana: “Nessuna etica: questo è omicidio, puro e semplice”

Padre Cristiano Cavedon è il rettore del santuario Madonna delle Grazie, la parrocchia nel cui territorio sorge la casa di riposo “La Quiete”. Conosce bene il mondo della sanità. Ha lavorato per anni come infermiere negli ospedali, è stato in missione in Africa, quindi al Policlinico Gemelli di Roma come assistente ecclesiastico degli studenti di Medicina. A gennaio, sul bollettino parrocchiale era intervenuto con molto vigore sulla vicenda di Eluana, una serie di domande incalzanti e un sigillo: “Per noi non potrà che essere considerata una martire”. Ha accettato di riparlarne col Foglio prima che arrivasse la notizia della morte di Eluana. “Ho preso la parola perché mi ha disturbato il modo con cui è stata affrontata la vicenda. Mi disturba che un tribunale intervenga, che sia necessario creare una squadra di esecuzione, che una struttura pubblica diventi esecutrice di morte. Si è emessa una sentenza su una persona senza una legge sostanziosa a cui rifarsi. A cosa si sono riferiti i giudici, a un pensiero, a un’opinione? Quando studiavo Diritto canonico mi spiegavano che non ci si basa su opinioni ma su elementi solidi. Certo, potrei partire anch’io dal sentimento popolare, dalla gente che solidarizza con quel papà che non ne può più – e dopo diciassette anni si capisce, perché non è più la figlia che sperava e che avrebbe desiderato e non accetta quello che gli è capitato. E’ comprensibile che lui volesse in qualche modo farla finita ma ora tutto ciò non riguarda più solo sua figlia, è un modo per aprire le porte all’eutanasia”. Perciò lei parla di strumentalizzazione. “Quando mi portano in casa un problema del genere la discussione non è più teorica, diventa un fatto pratico, pastorale. Io sono il responsabile di una parrocchia della città, ho una chiesa dove abbiamo sempre pregato per la vita. Il nostro santuario è il più frequentato del Friuli, intitolato alla Madre della vita e della grazia, e da sei secoli è il punto di riferimento della fede e delle tradizioni popolari friulane”.

Padre Cristiano è dell’ordine dei Servi di Maria, lo stesso del grande poeta furlan David Maria Turoldo. Lui non è di qui, è veneto, ed è un fatto che ha il suo peso da queste parti. “Sono stato uno dei pochissimi preti in diocesi a intervenire, quasi tutti sono restii. E’ un po’ nel carattere dei friulani: non perché non pensino certe cose, ma preferiscono mantenere un profilo basso. Sono schivi, defilati, non amano parlare in pubblico ma interiormente sono convinto che la pensino come me, come tutta la chiesa”. Il priore è preoccupato soprattutto per i giovani. “La stragrande maggioranza di loro era per la soppressione della vita a Eluana, senza nemmeno rendersi conto che si tratta di omicidio. Non ha nessuna possibilità di riprendersi… Che cosa la teniamo a fare in questo stato… Meglio farla finita. Cose così. Questo mi allarma. Cosa sta passando nelle nuove generazioni? Quando avranno trenta o quarant’anni potrebbero recuperare alcune idee naziste”. Pratiche eugenetiche? “Certo. Potrebbero dire che i bambini handicappati gravi non servono – già qualche medico dice alle mamme di non partorirli”.

La famigerata selezione prenatale. “Di questo passo avremo anche una selezione postnatale; d’altronde, cosa tenere a fare questi sgorbi della natura? La vita è bella solo se è piena di salute, allegria, tanti soldi. La vita è bella se non è sofferenza. Ma così viene a mancare del tutto quello che questa terra ha sempre vissuto in passato: lavoro, fatica, sofferenza e poche gioie”. Secondo don Cristiano è in atto una rimozione della memoria. “Sta crescendo un generazione che non ha conosciuto la sofferenza. Io stesso sono nato dopo la Seconda guerra mondiale e sono espressione della prima generazione di italiani che arriva alla vecchiaia senza averne fatto una. Per fortuna. Ma chi non ha fatto grandi fatiche e non è passato attraverso il crogiolo della sofferenza farà più difficoltà ad accettarla. Le nuove generazioni non vogliono patire, non vogliono capire che la sofferenza è parte integrante della vita. La sofferenza va vissuta come un fatto positivo. Abbiamo colpa anche noi preti. Con il Giubileo abbiamo abituato i giovani ai grandi eventi, ma sul quotidiano non riusciamo a intercettarli”. Eluana, che diciassette anni fa era una ragazza nel pieno della vita, ha interpellato i giovani. “Che però hanno dato delle risposte molto facili: poveretta lei, poveretto il papà, meglio che una vita così finisca”.

Molti dicono che la chiesa è incapace di compassione. “Ma la compassione non è lasciar fare. Altrimenti bisognava che fossero uccisi i sopravvissuti dei campi di concentramento che avevano alle spalle un’esperienza tremenda, si doveva averne compassione e farla finita. Invece io avrò compassione di Beppino Englaro nel momento in cui dirà: ho sbagliato. Non c’è nessun atto di male che non ci lasci rimorso. Non c’è coscienza così tranquilla che riesca a fare qualunque porcheria senza sentire rimorso”. Eppure molti ritengono che le parole e i gesti messi in atto dalle istituzioni laiche ed ecclesiastiche in questi giorni siano state un’espropriazione della coscienza in nome di un’autorità soffocante. “Dall’altra parte c’è però l’individualismo: io decido per me tutto quello che voglio, il bene e il male. Questa è una coscienza cresciuta senza rendersi conto che nessuno è mai da solo. Vedo che sta venendo meno la responsabilità comunitaria. Manca un’etica condivisa, ogni gruppo ha la propria che si scontra con quella degli altri. Se si dice che per tutti è possibile vivere dignitosamente, mi va bene, ma quando si dice che si fa morire dignitosamente Eluana, qui non c’è nessuna etica né professionale né di altro tipo. Questo è omicidio, puro e semplice.

Lei ha lavorato a lungo negli ospedali. “Anche in sala operatoria, e ho visto un sacco di gente morire. Ma in questa vicenda si stanno millantando delle favole. Siamo seri: volete che la gente non viva più in certe situazioni, viva solo se sana e bella? Allora ditelo chiaramente. Però questo è razzismo e nazismo. Mio padre è stato in carcere due volte, una per colpa dei fascisti e una per colpa dei nazisti, ho due fratelli missionari morti in Africa, io stesso ho dato il sangue a un bambino africano. Perciò non voglio essere tra coloro che permettono queste cose. Piuttosto che togliere la vita agli altri, preferisco dare la mia. Questo è il cristianesimo, questa è la differenza della nostra posizione”. C’è invece chi avverte una certa tiepidezza nella comunità cristiana. “Dopo la mia lettera molti parrocchiani mi hanno ringraziato perché finalmente qualcuno si era esposto. Il problema è che non si devono muovere solo i preti o il Papa. Oggi manca una presa di posizione delle comunità, ci sono solo voci isolate. Ma chi rappresentano? E d’altra parte Beppino Englaro e i suoi chi rappresentano se non una minoranza che vuole imporre una legge a tutta la popolazione?”. In realtà sembra che godano di ampio consenso. “Non semper maior pars est melior pars, diceva san Tommaso. Non bisogna ragionare in termini di quantità ma di qualità. Quando Pannella tanti anni fa fece una battaglia a favore di bimbi maltrattati nel mondo, io lo sostenni perché non guardo l’appartenenza politica. Oggi invece manca la capacità di giudicare le proposte. Basta vedere l’informazione: se c’è una voce dev’esserci per forza la controvoce, ma che parità è?”.

C’è anche chi invoca il silenzio. “Qualcuno è saturo, non ne può più. Anche perché il giornalismo è molto invasivo e le inchieste sono fatte in maniera scorretta, si manipolano gli interventi. Ma la gente queste cose le capisce e chiede luoghi di riflessione autentici. Le sceneggiate alla Santoro non so a chi servano, forse a lui”. La chiesa investe abbastanza in questo lavoro nella formazione delle coscienze? “Di Giovanni Paolo II mi ha sempre impressionato la capacità di ricondurre il particolare in un orizzonte globale. Il Papa attuale lo apprezzo moltissimo perché torna a dare fondamenti e direttive, e poi finalmente si torna alla teologia. In realtà nella chiesa i punti di riferimento per i giovani non sono tantissimi. Ma la chiesa non può fornire un’offerta qualsiasi, deve distinguersi per la qualità del messaggio religioso, fatto di lettura della Parola di Dio, di preghiera e di accoglienza”. E in grado di parlare al mondo. “Su questa vicenda è chiaro che io non mi accodo. Questa era una vita che soffriva. Non era spenta, non era morta. Era una vita che soffriva e andava rispettata come qualsiasi altra vita che soffre. E’ un discorso così vasto è ha implicazioni così varie che va addirittura oltre l’ipotesi di una legge sull’eutanasia. Si è tornati all’antica barbarie: costui non serve né per la guerra né per il lavoro, quindi eliminiamolo. Quando nascono i volontari della morte, questa è barbarie. E uno che si è candidato a fare il boia con che animo tornerà ora dai suoi pazienti? Di quale professionalità ci fideremo quando entreremo in un ospedale d’ora in poi? Io lascerei per iscritto di non essere portato da un primario del genere. Ma con quale animo uno d’ora in poi andrà alla ‘Quiete’? Lì ci sono cinquecento anziani che sperano di passare gli ultimi giorni della loro vita assistiti e curati dignitosamente. Tra l’altro è un istituto che ha già avuto due denunce per maltrattamenti. Una casa in cui si porta una persona per farla morire, non perché sta morendo. Il concetto è diverso”.

Per qualcuno era già morta diciassette anni fa. “Tutte balle, diciassette anni fa non si è firmato un certificato di morte e non si è fatto un funerale. Tutto questo rischia di innescare reazioni sociali e politiche. Tra un po’ ci sono le elezioni. Sicuramente qualcuno si candiderà e così si compirà la strumentalizzazione della passione e morte di Eluana. Sempre che non ci sia dell’altro”. Si spieghi. “Mi vengono i brividi solo al pensarlo. Dietro potrebbe esserci un progetto di studio con un accordo preventivo. Eluana muore, verrà fatta l’autopsia, il cervello verrà tolto… La mia è solo una sensazione, ma non mi stupirei. Quando sulle ambulanze portavo da Schio a Vicenza i giovani che raccoglievo per strada in coma, l’ospedale li teneva solo nel caso in cui non solo potevano rianimarli ma anche nel caso potessero servire come donatori di organi; se la possibilità non c’era, spesso non li accettavano nemmeno. Io ho lavorato e bazzicato in questi ambienti e so che ci sono tante logiche, non tutte limpide”.

di Marco Burini

Eluana Englaro - Uno stralcio di un articolo di Camillo Langone su Il Foglio di oggi.


"(...) All’interno del Pd (Partito democratico o Protocollo di disidratazione) alcuni cattolici dopo lunga riflessione hanno elaborato la seguente linea: “Meglio far morire Eluana che dar ragione anche solo per una volta a Berlusconi”. Livia Turco ci tiene che Crono mangi sua figlia, diamine, ha pure l’autorizzazione della magistratura. Altri determinati all’assetamento si chiamano Dario Franceschini, Ignazio Marino e Roberta Pinotti, quest’ultima per ragioni di bon ton: “Sono cattolica ma voto no e giudico una caduta di stile quella della Chiesa”. Gesù sul calvario le sta chiedendo di dargli da bere e lei risponde che la domanda è malposta. Che impressione, che paura, vedere quante persone lasciano la parrocchia per convertirsi a una specie di religione azteca".

Eluana Englaro - Rassegna stampa di oggi 10 Febbraio 2009


10 Febbraio 2009 - Avvenire
Eutanasia
SI PARLA DI NOI :: ELUANA. Accanimento senza precedenti 84 KB

10 Febbraio 2009 - Avvenire
Eutanasia
SI PARLA DI NOI :: ELUANA. Annuncio alle 20,10: è morta 133 KB

10 Febbraio 2009 - MessaggeroVeneto
Eutanasia
SI PARLA DI NOI :: ELUANA. Campane a lutto 103 KB

10 Febbraio 2009 - VoceRomagna
Eutanasia
SI PARLA DI NOI :: ELUANA. I cattolici si mobilitano 91 KB

10 Febbraio 2009 - CorrieredellaSera
Eutanasia
ELUANA. Morte choc 140 KB

10 Febbraio 2009 - Repubblica
Eutanasia
ELUANA. Berlusconi: ci hanno impedito di salvarla 119 KB

10 Febbraio 2009 - Giornale
Eutanasia
ELUANA. Berlusconi: ha vinto la cultura della morte 123 KB

10 Febbraio 2009 - Stampa
Eutanasia
ELUANA. Barragan: delitto gravissimo 123 KB

10 Febbraio 2009 - CorrieredellaSera
Eutanasia
ELUANA. Vian: eccesso di ideologia 118 KB

10 Febbraio 2009 - Giornale
Eutanasia
ELUANA. Brambilla: l'hanno uccisa 169 KB

10 Febbraio 2009 - CorrieredellaSera
Eutanasia
ELUANA. Magris: una persona, un Paese 104 KB

10 Febbraio 2009 - Avvenire
Eutanasia
ELUANA. Tarquinio: non è morta, l'hanno uccisa 93 KB

10 Febbraio 2009 - Stampa
Eutanasia
ELUANA. Anselmi: una sconfitta per tutti 80 KB

10 Febbraio 2009 - Repubblica
Eutanasia
ELUANA. Mauro: la morte e la politica 224 KB

10 Febbraio 2009 - CorrieredellaSera
Eutanasia
ELUANA. Ferrara: nessun feticismo della legge 120 KB

10 Febbraio 2009 - Unita
Eutanasia
ELUANA. Marino: evitiamo una cattiva legge 89 KB

10 Febbraio 2009 - Repubblica
Eutanasia
ELUANA. Sofri: quella ragazza che amavamo 144 KB

10 Febbraio 2009 - Giornale
Eutanasia
ELUANA. Baget Bozzo: Berlusconi è il leader dei cattolici 149 KB

10 Febbraio 2009 - CorrieredellaSera
Fine Vita
Stop al ddl, si torna in commissione 49 KB

10 Febbraio 2009 - Sole24ore
Fine Vita
Tutto in salita l'accordo 146 KB

A proposito dei tragici fatti di questi giorni.

Chi viene perseguitata in questi tempi è la Chiesa, ma non come tale, e frontalmente bensì "dolcemente", annichilendo nel popolo le idee ed i valori che essa propugna e ama.

La vicenda di Eluana Englaro testimonia che qualcuno vuole (appellandosi a tutto: dalla Costituzione alla prassi, dalla politica alla religione...) dire ai cattolici e alla Chiesa: smettete di parlare, non ne avete il diritto (andate a vedere qualche commento ai post di questi giorni, dove venivamo invitati a tacere...).

Allora suggeriamo una lettura buona, opera di un grande convertito al cattolicesimo, il cardinale inglese John Henry Newman, caro a molti di noi.

"Strettamente parlando, la Chiesa cristiana, come società visibile, è necessariamente una potenza politica o un partito. Può essere un partito trionfante o perseguitato, ma deve sempre avere le caratteristiche di un partito che ha priorità nell'esistere rispetto alle istituzioni civili che lo circondano e che è dotato, per il suo latente carattere divino, di enorme forza ed influenza fino alla fine dei tempi. Fin dall'inizio fu concessa stabilità non solo alla mera dottrina del Vangelo ma alla società stessa fondata su tale dottrina fu predetta non solo l'indistruttibilità del cristianesimo, ma anche quella dell'organismo tramite cui esso doveva essere manifestato al mondo. Così il Corpo Ecclesiale è un mezzo divinamente stabilito per realizzare le grandi benedizioni evangeliche (...).
Dal momento che è diffusa l'errata opinione che i cristiani, e specialmente il clero, in quanto tale, non abbiano nessuna relazione con gli affari temporali, è opportuno cogliere ogni occasione per negare formalmente tale posizione e per domandarne prove. E' vero invece che la Chiesa è stata strutturata al fine specifico di occuparsi o (come direbbero i non credenti) di immischiarsi del mondo. I membri di essa non fanno altro che il proprio dovere quando si associano tra di loro, e quando tale coesione interna viene usata per combattere all'esterno lo spirito del male, nelle corti dei re o tra le varie moltitudini. E se essi non possono ottenere di più, possono, almeno, soffrire per la Verità e tenerne desto il ricordo, infliggendo agli uomini il compito di perseguitarli".

John Henry Newman, "Gli Ariani del IV" e "Conseguenze del Concilio di Nicea" .

Eluana Englaro - Il mistero della morte e la Speranza.

Cari amici,

abbiamo tutti desiderato con tutto il nostro cuore, e abbiamo pregato per questo, che un padre Malachia facesse il miracolo (come ha detto una lettrice del blog qualche giorno fa) di trasportare la Casa di Riposo (eterno) "La Quiete" su qualche cima della Carnia, o che arrivasse un Gandalf, emulo di John Wayne in qualche bel film western, a salvare Eluana dal drago e dai cattivi di turno.

Però non è successo.

Questo è un mistero insondabile per noi, che tanto volevamo la vita per Eluana, che l'abbiamo voluta non per una battaglia ideologica, ma perché alla fine avremmo tutti voluto che Eluana potesse dire: lasciatemi stare, lasciatemi vivere!

E' successo altro da quello che desideravamo e per cui qualcuno ha pregato con tanto cuore. Ma misteriosamente Dio scrive dritto su righe storte, come dice un proverbio portoghese.

Noi cattolici abbiamo una grazia: quella di credere in un Dio che, come disse Chesterton, conosce bene la strada per uscire dal sepolcro. Quindi non dobbiamo avere paura di fondare la nostra vita su Questa Speranza, e sul fatto che Eluana come pure ciascuno di noi può vedere il volto di Dio, il che è la vera vita.

Comunque, Dio continua a lottare per il Suo diritto.

Eluana Englaro - Ingiustizia è fatta!

Cari amici,

purtroppo Eluana è morta dopo l'applicazione del famoso protocollo, un monstrum giuridico-pseudosanitario che ha consentito l'introduzione di fatto in Italia, paese bello e baciato da Dio, della cosiddetta "morte dolce".

La magistratura ha introdotto con una discutibilissima procedura la possibilità di porre fine alla vita di una persona di cui ci si illude di conoscere la volontà. Si è reso così disponibile il più indisponibile dei diritti, quello alla vita. Il diritto della vita di essere, il diritto di Dio.

Fatto questo, ora nulla più è vietato.

Che Dio Buono e fedele accolga presso di Sé la povera Eluana e perdoni tutti quelli che hanno contribuito a questa volontaria (=nel senso di "per volontà d'altri") fine di un essere totalmente innocente.

Ma ricordiamo anche che l'uomo in realtà non è padrone di nulla e, come diceva un grande, il filosofo Romano Guardini, Dio lotta per il suo diritto.

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