La CEI: condannare l'eutanasia sotto ogni forma.

Roma - Lo ribadisce. Ancora una volta. In modo fermo. Ogni forma di eutanasia, più o meno esplicita, è da condannare. Sceglie l'appuntamento della giornata per la Vita la Cei per lanciare il suo messaggio. I vescovi invitano a non "rispondere a stati permanenti di sofferenza, reali o asseriti, reclamando forme più o meno esplicite di eutanasia". È una risposta "falsa", perché "la vita umana è un bene inviolabile. Non possono essere legittimati l’abbandono delle cure e l’accanimento terapeutico quando vengono meno ragionevoli prospettive di guarigione".

La sofferenza I vescovi invitano a non rassegnarsi quando "il peso della vita ci appare intollerabile" e a fare affidamento sulla "virtù della fortezza" e sul sostegno delle persone care. Il messaggio formula anche un appello a chi è vicino a persone nella sofferenza estrema "in particolare ai parenti e agli amici dei sofferenti, a quanti si dedicano al volontariato, a chi in passato è stato egli stesso sofferente e sa che cosa significhi avere accanto qualcuno che fa compagnia, incoraggia e dà fiducia. A soffrire, oggi, - rilevano i vescovi - sono spesso molti anziani, dei quali i parenti più prossimi, per motivi di lavoro e di distanza o perché non possono assumere l’onere di un’assistenza continua, non sono in grado di prendersi adeguatamente cura. Accanto a loro, con competenza e dedizione, vi sono spesso persone giunte dall’estero. In molti casi il loro impegno è encomiabile e va oltre il semplice dovere professionale: a loro e a tutti quanti si spendono in questo servizio, vanno la nostra stima e il nostro apprezzamento. La vita è fatta per la serenità e la gioia - ricorda la Cei -. Purtroppo può accadere, e di fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza. Se la sofferenza può essere alleviata, va senz’altro alleviata. In particolare, a chi è malato allo stadio terminale o è affetto da patologie particolarmente dolorose, vanno applicate con umanità e sapienza tutte le cure oggi possibili".

Contro l'aborto Nel documento di parla anche di aborto: "Talune donne, - afferma il messaggio del consiglio permanente della Cei, intitolato La forza della vita nella sofferenza - vedono in una gravidanza inattesa esiti di insopportabile sofferenza. Quando la risposta è l’aborto, - ammoniscono i vescovi - viene generata ulteriore sofferenza, che non solo distrugge la creatura che custodiscono in seno, ma provoca anche in loro un trauma, destinato a lasciare una ferita perenne".

Il video qui sotto è la campagna che la Repubblica Federale Tedesca sta facendo per promuovere la natalità in Germania.
Ce lo ha segnalato un amico spagnolo, che dice che dopo la campagna mediatica la natalità sarebbe cresciuta.

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