GRAZIE FERRARA PER LA MORATORIA SULL’ABORTO.

Il nostro "zio Mario" ha scritto qualcosa sulla moratoria dell'aborto proposta da Giuliano Ferrara e noi lo pubblichiamo.

In un articolo scritto il 12 dicembre 2007 il giornalista laico Giuliano Ferrara ha proposto una moratoria cioè l’abolizione dell’aborto dopo che con successo è passata all’ONU la moratoria sulla pena di morte.
E’ lecito ringraziare Ferrara ,un giornalista -ripeto- laico nel senso di non credente, ma molto sensibile ai valori umani ed etici che ha sollevato il dibattito sull’aborto che è la negazione della vita umana dono di Dio. È importante che noi cattolici riflettiamo sempre più sulla sacralità della vita che deve essere sempre difesa dal suo concepimento alla sua fine naturale.
Ferrara ci invita a riflettere come a livello mondiale, da quando è stato ammesso l’aborto, milioni di innocenti sono morti, non hanno potuto avere un’esistenza per soddisfare le esigenze economiche e di controllo delle nascite di alcuni paesi come ad esempio la Cina, oppure l’India, dove sono state soppresse molte bambine ,oppure in Corea dove si pratica l’aborto per evitare la nascita di figli disabili. L’abolizione della pena di morte è giusta perché anche se una persona commette il crimine più grave ha il diritto di redimersi, di cambiare vita e anche la vita di un criminale è sacra.
Ma se è sacra la vita di un criminale lo è anche quella di tanti bambini innocenti che devono ancora nascere, perché hanno il diritto di vivere pienamente da uomini e donne la loro vita in questo mondo, che nonostante le cattiverie dell’uomo, continua ad essere stupendo, perché ha l’impronta del suo Creatore, come lo ha ogni essere umano che per noi Cristiani è stato fatto a immagine e somiglianza di Dio.
In Italia abbiamo la legge 194 fatta nel 1978 che riguarda la tutela sociale della maternità e l’interruzione della gravidanza. Essa recita che le donne possono interrompere la gravidanza entro i primi 90 giorni se essa comporti un serio pericolo per la loro salute fisica o psichica o se si riscontrano problemi economici, sociali o familiari che ne impediscono la continuazione della gravidanza o se ci sono previsioni di anomalie o malformazioni per il concepito.
La donna si deve prima rivolgere ad un consultorio familiare che la aiuterà a rimuovere le cause dell’interruzione della gravidanza.
Dopo questa procedura, ella si presenta ad un medico di sua fiducia che fatti gli accertamenti dovuti rilascerà il certificato medico per l’interruzione della gravidanza. Trascorsi 7 giorni la donna può presentarsi con il documento del medico in una sede ospedaliera autorizzata a compiere l’interruzione della gravidanza. Dopo i 90 giorni si può compiere l’interruzione della gravidanza solo quando essa comporta un grave pericolo per la vita della donna o se ci sono malformazioni e anomalie del nascituro che determinano un grave pericolo per la salute della donna.
Ho voluto citare a parole mie la legge per riflettere con i lettori del nostro giornalino “Vivere” e del nostro blog che la legge può essere migliorata nel senso che non si deve assolutamente interrompere la gravidanza per un problema economico della donna o se viene messo a rischio il suo posto di lavoro, ma solo nel caso in cui è comprovato il suo pericolo di vita.
Occorre che lo stato cioè noi tutti, mettiamo -attraverso i consultori- le donne in condizione di superare le problematiche economiche e sociali che le costringono a prendere la drammatica decisione di abortire. Non è giusto che le donne debbano prendersi questa assurda responsabilità. L’aborto non rende libere le donne come pensano molte femministe, ma le rendono schiave di un omicidio e di un senso di colpa che esse porteranno per tutta la vita.
Lo dicono molti psicologi che l’aborto per una donna è un grave lutto, è come se morisse una parte fisica e spirituale della sua persona. Molte hanno avuto problemi di depressione, di alimentazione, di insonnia, di relazioni affettive, alcune si sono anche separate, non riuscendo ad amare il marito come prima.
Alcune donne che hanno preso all’inizio l’aborto come il male minore per rimediare al problema di un figlio indesiderato, in un secondo momento hanno avuto ripensamenti tardivi, perché sono state lasciate sole o sono state consigliate in maniera sbagliata. Assolutamente è inaccettabile il comportamento immaturo di alcune coppie di fidanzati che hanno rapporti prematrimoniali e che, avendo a che fare con un figlio indesiderato, decidono di abortire per non prendersi la responsabilità di accogliere una vita umana. La vita è un dono di Dio, la donna e l’uomo non possono impedire che essa venga all’esistenza e non ci sono problemi economici che tengono.
Pensiamo un attimo a quanti bambini non sono venuti al mondo, a causa dell’egoismo dell’uomo.
Sì, far nascere un bambino e permettergli di vivere, comporta tanto sacrificio, che viene superato dall’amore che il genitore ha per la sua creatura. Come Dio per amore ci ha dato la vita così ogni genitore rivive nella sua esistenza l’azione creatrice di Dio, dando la vita al suo bambino e accettandolo. È l’amore che supera ogni egoismo e mette nel cuore dei genitori il desiderio di accogliere una vita.

Mario Vagnoni.

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