Tre mura, tra il dialogo e la Casa

Vi proponiamo l’editoriale del numero di Settembre di Vivere e non Vivacchiare, il mensile della Compagnia dei Tipi Loschi, che pubblichiamo ininterrottamente e appassionatamente da dodici anni. A breve uscirà il nuovo numero di ottobre che conterrà articoli interessantissimi. Ve ne citiamo alcuni: “La morte diventò dolce” sulla morte di Giovanni Paolo II e sulle assurde allusioni che ultimamente sono state fatte, “Tutto gli appariva cambiato” sulla figura dell’Innominato del Manzoni, nella rubrica del Santo leggeremo poi della vita straordinaria di San Donato di Fiesole, e un caro ricordo della sorella del nostro Pier Giorgio, Luciana Frassati recentemente scomparsa. E tanto altro ancora...
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(gg)


Durante un collegamento TV, in occasione della recente visita del Papa a Loreto, si è fatta vedere la Santa Casa, amatissima dai Tipi Loschi. Ogni occasione per noi è buona per andarvi e ringraziare Maria. E tutte le volte che passiamo in autostrada sotto Loreto, lo sguardo va sempre alla Basilica e un Angelus viene recitato spontaneamente, proseguendo il viaggio. Per noi marchigiani la cosa è nota, forse per chi vive lontano da qui lo è di meno. A Loreto, dentro il Santuario, c’è una casa di mattoni, che è proprio la casa dove ha vissuto Maria, la mamma di Gesù, tra i muri della quale è avvenuto il famoso e salvifico Annuncio dell’Angelo. “Qui il verbo si è fatto carne”, si legge in latino, all’interno di questa piccolissima struttura, vicino alla statua di Maria in legno color nero.
Studi recenti hanno confermato l'autenticità della Santa Casa, cioè, hanno confermato quello che da secoli la tradizione popolare dichiarava con sicurezza: lì dentro ci ha vissuto proprio Maria Santissima. Per quasi tre metri di altezza le mura sono costituite prevalentemente da filari di pietre rintracciabili a Nazaret, rifinite con una tecnica diffusa in Palestina e in Galilea fin dai tempi di Gesù. E poi, ancora. Nel Santuario, molti cancelli delle Cappelle laterali sono stati realizzati fondendo le catene che avevano legato i prigionieri cristiani e che i soldati, di ritorno dalla battaglia di Lepanto, avevano portato in pellegrinaggio in omaggio alla Madonna, per la vittoria sugli ottomani che aveva loro concesso quel 7 ottobre 1571. Sulle pareti si vedono molti affreschi che ricordano la storia del cristianesimo. A Loreto c’è stato pellegrino anche il beato Pier Giorgio, insieme a tantissimi altri santi, i cui nomi sono dettagliatamente scritti in una lastra di marmo all’uscita laterale. A Loreto la Fede e la storia sono fuse tra loro, a conferma che quello che era vero e appassionante secoli fa, è vero anche per noi oggi… Ebbene, il cronista televisivo parlando in quell’occasione della Santa Casa, ha detto che essa ha solo tre pareti, perché simboleggia l’apertura al dialogo.
Chi frequenta Loreto sa che la Casa di Maria è davvero costituita solo da tre pareti; questo perché a Nazaret quella dimora era stata edificata sulla bocca di una grotta e, quindi, non esisteva il quarto muro. Ma il commentatore TV non ha fatto errori: cioè è vera l’una e è vera l’altra spiegazione dei tre muri. Tuttavia se da un lato è chiarissimo a tutti il perché “storico” delle tre mura, dall’altro, comprendere fino in fondo cosa oggi significhi “dialogo” non è così semplice. E’ un metodo tutto moderno quello di dare spiegazioni che si capiscono appena (quando poi non aprono al dubbio) e che spesso lasciano poco dentro al cuore, obliterando la Tradizione. E pur nella buona fede, si rischia di disincarnare il cristianesimo che è quanto di più concreto vi possa essere. La casa è di mattoni, testimonia la presenza di una vita vera e si vede oggi come allora, il dialogo è solo un concetto nella testa, che oggi si intende in un modo ma che non era quello di cento anni fa e che sarà diverso tra dieci.
E vi dico la verità: a me batte più il cuore a sapere che quella è davvero la dimora di Maria, dove ha abitato, in cui l’Angelo Le ha annunciato la nascita di Gesù, in cui “il Verbo si è fatto Carne”, un luogo reale dunque, da cui è iniziata tutta la nostra Storia e che anche da questo “piccolo” e “insignificante” particolare si capisce che il cristianesimo non è una morale, ma un Avvenimento, un fatto storicamente accaduto. Mi batte più il cuore così, piuttosto che sapere che quella Casa è il simbolo dell’apertura al dialogo, tanto moderno e corretto come concetto, quanto alla fine -mi si perdoni- astratto e vuoto. D’altra parte, la tantissima gente che ogni giorno staziona silenziosa dentro la Santa Casa in preghiera, è lì per contemplare il “dialogo” o perché in quel luogo sente ancora più vicina la presenza di Maria? La fede in Gesù, non ci è arrivata per via di parole astratte, ma per via di fatti concreti, testimonianze di vita e discorsi chiari e al tempo stesso decisi e taglienti.
Carne e fumo. Vita e teoria. Concretezza e simbologia. Tradizione e pensiero moderno… L’annuncio del cristianesimo può ben passare attraverso tutte e due le vie indicate. Ma oggi si prediligono spesso le seconde vie a discapito delle prime. Ma le seconde, senza il sostegno delle prime, possono celare insidie e trabocchetti in cui si può nascondere la logica e la dialettica chiarissima e senza possibilità di repliche di chi, menzognero da sempre, ci vuole portare lontano da Gesù.

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